31 agosto 2006

Critici in Laguna

A futura memoria, Kezich su Ellroy
Tot capitae tot sententiae, dicevano gli antichi. In ossequio a questo principio - per la quale qualsiasi opinione è legittima, e per questo degna di essere criticata - mi piace segnalare, senza commento e a uso esclusivo dei posteri, quanto scrive oggi il sul Corriere della sera Tullio Kezich. Che stroncando The Black Dahlia di Brian De Palma confessa: "Non mi pare granchè neanche il manieristico romanzo originario di James Ellroy, considerato da alcuni un capolavoro: ben 349 pagine nell'edizione Oscar per un indigesto minestrone di morbosità e delitti rinforzato da colpi di scena che Agatha Christie avrebbe giudicato sleali nei confronti di chi legge. Ho cercato perciò di guardare il film dimenticando il libro, convinto che Brian De Palma con la macchina da presa se la cava meglio di Ellroy con le parole..."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Rottamiamo KEZICH.

Anonimo ha detto...

che c'azzecca christie con ellroy ( e viceversa)? mi pare che i loro libri appartengano a generi assai diversi tra loro...
kezich, ci ha trifolato i santissimi....