17 settembre 2006

Santoro returns: l'importante sono i capelli

Sul ritorno di Santoro in tv, anche a me è capitato di dialogare con interlocutori assai beffardi e ironici sulle colorazioni rossastre dei capelli del conduttore. Poche volte mi è capitato sui giornali un commento così conforme ai miei pensieri. E’ capitato ieri leggendo l’Amaca di Michele Serra su Repubblica:

“Incredibile ma vero, il ritorno in televisione di Santoro, al termine di uno dei più clamorosi casi di censura della storia repubblicana, arriva sui giornali venato di scherno, gossip, facezie sulla sua tintura per capelli, nella migliore delle ipotesi dissertazioni finissime sulla modulazione del linguaggio televisivo (ma chi se ne frega, tra l’altro). A me Santoro, tanto per chiarire, risulta parecchio indigesto. Ma ho acceso il televisore, l’altra sera, con l’emozione e con il rispetto che si deve a un pezzo di libertà che ritorna. E ritorna, tra l’altro, riempiendo un grande vuoto nel palinsesto, parlando di società, di sfruttamento e di capolarato, non di tinture per capelli.
Di fronte a quest’evidenza – una censura che finisce, una forma discutibile ma alta e seria di giornalismo che ritorna – mi domando che importanza abbia il fatto che Santoro sia presuntuoso oppure umile. Solo un paese cinico, e tutto sommato stupido, può riuscire a mettere tra parentesi la sostanza di una vicenda simile, e perdersi nella ciancia collaterale. La Rai, da ieri, grazie a Santoro e al suo staff, ha decisamente più peso giornalistico di prima: non basta? Non va bene? Avremmo preferito un Santoro non tinto, ma a casa sua a girarsi i pollici?”

Nessun commento: