31 ottobre 2006

George Bush

Bush's balls
Se clicchi qui, potrai divertirti con George Bush.
5 minuti di relax con il Presidente degli Stati Uniti. Con il mouse, manovra anche tu il Presidente degli Stati Uniti ! Ti sentirai per un giorno un lobbista dell'industria petrolifera americana.

Halloween's Grindhouse:doppio spettacolo

E’ più facile trovare qualcosa di originale nell’angusto spazio tra gli espositori e la parete alla quale sono appoggiati, che in esposizione. Non è un caso che abbia rintracciato URBAN LEGEND 3, raccogliendolo da terra alle Messaggerie Musicali.
Lo spirito di Mary Banner, uccisa la sera del ballo di fine anno, tormenta, vent’anni dopo, la confusa Samantha e i suoi amici (buoni solo per una carneficina). La Sony continua a produrre sequel di film famosi, con mefistofelici direct to video (è il caso, anche, del terribile INSERZIONE PERICOLOSA 2). La regista di PET SEMATARY, Mary Lambert, da anni perdutasi nel circuito video e rip off, mette tutta se stessa in questo film di fantasmi e maledizioni: BLOODY MARY, urla il sottotitolo! E’ la regista ad essersi insanguinata per i flop e la miopia dei produttori? Certo questo film non potrà renderle giustizia tanto è prevedibile e privo di pretese. Ma la passione per l’horror c’è, e si sente. Magari ingenua, naif, con effetti perniciosi ma calda, affettuosa prova d’amore per il genere. Unica scene horror di rilievo, la fighetta Heather che, attaccata da ragni giganti, si strappa la faccia. Ma li trova anche lì sotto! Perfetto per la notte di Halloween.
TITOLI DI CODA :URBAN LEGEND 3 – BLOODYMARY di Mary Lambert con Kate Mara, Robert Vito, Tina Lifford distrib. Sony Home Video Tagline: Mary's Evil is Beyond Legend

INTERVALLO: ATTUALITA’
Sembra che il numero di telefono di Brian Novack venga prima di quello di Ashton sul cellulare di Demi Moore. Novack non è un amante segreto, ma il suo fidato chirurgo plastico. Dopo le innumerevoli operazioni di chirurgia, la Moore è corsa nuovamente ai ripari!
Niente di pericoloso, comunque! Un semplice cedimento strutturale dell’adipe delle ginocchia. Ormai le ginocchia di Demi erano diventate degli orrendi blob pensanti, da secoli incubo delle lavandaie di tutto il mondo! Con la modica spesa di 5.000 dollari, Demi può proprio dire di essere una ragazza in gamba!

2)HALF LIGHT (Universal home video)
Su HALF LIGHT di Craig Rosenberg , la Lakeshore ha discusso a lungo. Farlo uscire al cinema? Impossibile, troppo brutto! Direct to video? No, Demi si sarebbe offesa…così hanno avuto un’idea geniale (?). Farlo uscire solo in dvd ma con una sfarzosa premiere hollywoodiana. Fatto sta che il film è andato malissimo anche al noleggio. Nonostante il flop, la Universal ha deciso di distribuirlo anche al cinema (con Demi ci si prova sempre, era successo anche con PASSION OF MIND, uscito al cinema solo da noi!), in poche sale, a giugno. Ma visto lo scarsissimo successo, possiamo ben reputarlo un inedito. Nel film ci sono presenze inquietanti, guardiani del faro allupati, macchine da scrivere che scrivono da sole (vi ricorda qualcosa?). Ma sono i meravigliosi paesaggi della Scozia a riempire gli occhi. Tetri e selvaggi, aperti eppure inquietanti. Lode al direttore della fotografia di Ashey Rowe, condanna a tutti gli altri. A partire dalla produttrice-protagonista Demi Moore che riesce a guastare l’atmosfera in ogni scena. C’è un bambino morto che passa dietro una finestra? Demi deve avere paura? Che c’è di meglio che cacciare un sorriso trentadue denti per mettere in mostra le fantastiche capsule, bianche come la malta pura e dritte come un dipinto di Mondrian (in mostra a Brescia, andate a vederlo!), ma nonostante tutto questo, il dolore di una madre che ha appena perso il suo bambino per negligenza, Demi, non riesce a darlo. Se poi ci si mette il risvolto giallo e si butta all’ortiche l’unico fantasma che avevamo! E qui HALF LIGHT dimostra di avere un suo (involontario?) riferimento. Quello dei sexy thriller italiani degli anni 70. Eh, si. Guardandolo, sembra di vedere un film di Umberto Lenzi, dove Demi Moore scimmiotta come può, l’erotismo naif e malizioso di Carroll Baker. A questo punto, meglio guardarsi PARANOIA (Millienium Storm home video)!
TITOLI DI CODA HALF LIGHT di Craig Rosenberg con Demi Moore, Henry Ian Cusik, Kate Isitt Distrib. Universal Tagline: Believe in the beyond!

Paris Hilton story

Non bere, fai pompini!

(Blog)Vetriolo sta preparando una monumentale ParisHiltoneide online. Il titolo è già tutto un programma "Fenomenologia di una puttana", ovvero come una ricca buona a nulla sia riuscita a far fruttare le sue innegabile capacità (anche finanziarie) di auto-promozione, sfruttando l'insaziabile fame di "notizie stupide" dei media mondiali. Lo scopo: notorietà, popolarità e naturalmente altri soldi. Tanti soldi. E tutto questo partendo da un video porno. Finalmente un messaggio di speranza per i giovani di tutto il mondo("Prostituitevi e arricchitevi!"). Donnie Livore sta lavorando a questa mega-biografia a puntate. Nel frattempo, con questo sapido articolo, ci dà un assaggio della sua invidia nei confronti di chi è più famoso di lui.


Se il suo ex fidanzato Nick Carter (sette mesi di passione…intesa come sofferenza!) l’accusa di essere morbosamente dipendente dal sesso ma di poterlo consumare solo dopo un magnum di Jack Daniels, Paris risponde diventando testimonial della lotta contro l’alcool. Assolutamente geniale!
Paris Hilton compare sulle pagine delle maggiori riviste americane con sguardo insospettabilmente inquisitorio (o sarà il naso dritto come una pista di sci a dare l’effetto?) recitando il complesso slogan:
"Non bere un drink se poi devi guidare. – soffiando maliziosamente nell’etilometro - L'alcoolaannebbia la mente e ritarda i riflessi.”
Ma non quelli di Paris, a quanto pare…e continua:“Non rinunciare alle tue chances di vita. Non ne vale la pena”. Ma quali chances può avere Paris di essere credibile?
Dopo essere stata testimonial di un prosecco austriaco, ma con la scritta Aus Italien sulla lattina (e per questo osteggiato dalla Coldiretti), dopo essere stata arrestata per guida in stato di ebbrezza (“stavo correndo a mangiare un hamburger, perché avevo bevuto un margarita a stomaco vuoto!” ) , coinvolta in una rissa con l’ex di un suo imprecisato ex (entrambe pre-carburate di whisky) e, purtroppo solo temporaneamente, defraudata del suo patrimonio, Paris le canta a tutti (“Stars are blind” non sarà un episodio isolato, lo giura!), marciando imponente a favore dell’incoerenza e della libertà personale di espressione! Una regina!

Betulla story

Radiate Betulla!
Ci sono novità sull'agente Betulla al soldo del Sismi. Ricordate? Il vice-direttore di Libero, Renato Farina, è stato sospeso dalla sua attività per un anno dall'Ordine dei giornalisti, decisione questa che ha fatto incavolare molti altri giornalisti che ne chiedevano la radiazione. Il mini sondaggio di (Blog)Vetriolo non lascia scampo a Betulla:Radiatelo!Qualcosa nel frattempo è successo.
(da Repubblica di oggi)
Il sostituto procuratore generale di Milano, Maria Antonietta Pezza, ha impugnato la sanzione della sospensione dall'albo dei giornalisti per 12 mesi inflitta a Renato Farina, il 28 settembre scorso, e ha chiesto al Consiglio nazionale di riformare la decisione e di radiare il vice direttore di 'Libero' dall'albo. Lo rende noto, in un comunicato, il presidente dell'Ordine dei giornalisti lombardo, Franco Abruzzo.
La delibera del Consiglio del 28 settembre, ricorda il magistrato, aveva accertato la violazione da parte di Farina delle norme di deontologia professionale in quanto il giornalista aveva ammesso i rapporti intrattenuti con uomini del Sismi in qualità di informatore, i rimborsi accettati dal Sismi e l'intervista ai Pm Spataro e Pomarici per carpire informazioni da trasmettere agli 007.
Tuttavia, secondo il sostituto procuratore, "la sanzione è inadeguata rispetto alla gravità della condotta ascritta ed accertata". Scrive la dottoressa Pezza: "Il Consiglio territoriale, pure avendo rigettato l'improbabile istanza di patteggiamento avanzata dal difensore, si è tuttavia lasciato prendere la mano dal contegno di studiata sottomissione assunto dal giornalista in sede giudiziale (unica strada per evitare la conseguenza più grave) ed a valutazioni metagiuridiche (afflizione derivata dalla pubblicità della vicenda) giungendo ad applicare una sanzione inaccettabile perchè non rapportata alla gravità estrema delle violazioni che, ad avviso della scrivente, impongono di irrogare la sanzione massima prevista dall'ordinamento disciplinare". L'articolo 55 della Legge 69/1963 sanziona con la radiazione la condotta del giornalista che ha gravemente compromesso la dignità professionale (fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell'albo).

30 ottobre 2006

La classifica del lunedì di Vetriolo

The departed CAPOLAVORO ASSOLUTO
Gran film. Erano anni che Martin Scorsese non firmava un’opera così avvincente, così fluida che non ti accorgi neanche che supera le due ore e mezza. Il bello è che non pare Scorsese, tanto la macchina da presa è discreta ed al servizio di un storia degna di una tragedia vittoriana. La musicalità di The departed è scandita dal montaggio, dai dialoghi, dai corpi di un nutrito gruppo di attori che sullo schermo fa scintille. E non parliamo solo dei protagonisti, il poliziotto buono e sfigato, costretto a fare l'infiltrato (Di Caprio), il poliziotto yuppie e corrotto (Matt Damon) e il criminale folle e carismatico (Jack Nicholson). Ci sono un Mark Wahlberg da antologia (le sue battute sboccate sono fulminanti), un Martin Sheen commovente e un Alec Baldwin grasso e unto da urlo.

Babel SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che ansia! Pochi film recenti atterrano lo spettatore come questo abile, cinico, ben fatto Babel. E vuoi che l’angoscia che attanaglia i personaggi di queste tante storie tra loro intrecciate, dagli Usa al Messico, dal Marocco al Giappone, finisca presto.Per chi pensava di ammirare la bellezza di Brad Pitt non entri in sala. Brad è, per esigenze di copione, invecchiato. Ma è bravissimo. Morale vecchia come il cucco:se perdi tutto, quel che ti resta è l’amore (declinato in tutte le sue forme tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra marito e moglie,ecc.). Però questa volta ci credi!

La sconosciuta SE PO' FA'

Un Tornatore che per la prima metà non sembra nemmeno Tornatore. Ed è un pregio. Niente sviolinature, nemmeno stilistiche. Tutta la maestria del buon Peppuccio è al servizio della storia e di una suspense mozzafiato degna di un thrilleraccio di genere (chi è la protagonista.? Perché ha tirato giù dalle scale una povera governante dagli occhi buoni?Di chi vuole vendicarsi o cosa sta cercando? Perché Michele Placido è così disgustoso? ) Peccato che poi, quando la storia tende a dipanarsi, tra un colpo di scena più incredibile dell’altro (non tutti buoni però, l'inverosimile è in agguato. Ma questo fa tanto b-movie, anche se Peppuccio non lo ammetterà mai!) esce fuori lo zucchero e il miele da Mulino Bianco di Tornatore, e ti intristisci un po’ e non te ne frega più niente.
The Hoax- l’imbroglio NIENTE MALE
Sembra incredibile che una storia così incredibile sulla falsificazione e manipolazione dei media da parte di un singolo individuo (uno scrittore da strapazzo s’inventa una fantomatica amicizia con il miliardario Howard Hugues per vendere la sue memorie) sia al cento per cento vera. Eppure lo è: come abbiamo imparato anche a casa nostra, niente è meno fantascientifico dell’impostura collettiva da parte di un singolo. Questo è il merito del film, al di là della fattura cinematografica, piatta e monocorde in puro stile Lasse Hallstrom .

Fur CHE DELUSIONE
Tutto bello, molto surreale e anche molto noioso in questa operetta del regista di Secretary.La promozione a mezzo stampa ha puntato molto sulle nudità della Kidman (ma è proprio lei in costume adamitico? Vetriolo pensa di no!), ma non è il sesso l’appeal di questo film che reinventa gli inizi professionali della fotografa Diane Arbus . L’intrigante è più nell’atmosfera molto La bella e la bestia + Freaks che però non riesce né a stupire né ad appassionare. Un’operazione gelida che non scalda l’anima dello spettatore.

World trade center SOLDI BUTTATI
I primi venti minuti possono anche passare, con questa rappresentazione dell’11 settembre come catastrofe apocalittica da disaster movie. Dopo il film parla di altro: parla della sopravvivenza di 2 poliziotti bloccati sotto le macerie. Il film si regge solo sui volti e la bravura delle 2 fantastiche attrici che interpretano le mogli degli eroi, Maggie Gyllenhal e Maria Bello. Il resto è disinteresse, tedio assoluto, noia mortale: dopo il flop del superfrocissimo Alexander, Oliver Stone pare essersi scordato a casa tutto il suo energico armamentario barocco e polemico che aveva fatto di quest’uomo uno dei registi più amati e detestati d’America. Scegliendo la medietà mediocre di World Trade center pare un Ron Howard rincoglionito!

N-io e Napoleone CHE DELUSIONE
Si ride meno del solito in questo film di Virzì che racconta, in una Piombino trasformata nell’isola d’Elba, l’esilio dorato dell’ex-imperatore Napoleone alle prese con un giovane aspirante tirannicida. Bene Elio Germano (ha il compito non facile di reggere sulle sue spalle tutto il peso del film).Ok Impacciatore e Ceccherini che regalano i momenti più esilaranti di tutta la pellicola. Meno bene la Bellucci (anche se parla in dialetto, non fa mica morire dal ridere?), passabile l’Auteuil-Napoleone (ma Bonaparte non era un tappo?), brutto il melange tra commedia e tragedia. Forse l’aspetto più godibile è quello che tradisce lo spirito del romanzo di Ernesto Ferrero, e cioè l’attualizzazione in chiave berlusconiana della vicenda. Orribile il finale che arriva all’improvviso, e il fermo immagine con sovrimpresse le scritte che spiegano come la storia andrà a finire. Erano finiti i soldi?

27 ottobre 2006

Giornalismi

Studio scoperto

Geniale. Non c'è altra definizione. Il notiziario ggggiovane di Italia Uno, Studio aperto, come poteva sintetizzare in maniera efficace la notizia dello spionaggio sotto campagna elettorale dell'attuale premier Prodi? Dando la notizia e al tempo stesso sminuendola (seguendo la linea editoriale di Forza Italia, Tremonti&Berlusconi in testa). E quindi, ecco il titolo fenomenale di oggi: "Attacco alla democrazia. Spiavano la velina Palmas". Con contorno di tette ed epidermide al sole di belle veline e soubrette, il risultato (politico-giornalistico e di audience) è assicurato. Grazie alla Palmas, la notizia oggi merita l'apertura del telegiornale e non il terzo posto nel sommario, come invece è successo nell'edizione di ieri. E tra l'altro, in modo assolutamente non tendenzioso, la vicenda veniva presentata con un titolo in cui la gravità della notizia ("Spiati Prodi e la moglie") veniva attenuata da una smentita d'autore ("Berlusconi:un polverone"). E' giunto il momento che (Blog)Vetriolo si occupi di più e meglio di questo bel tg di Italia Uno, con una bella rubrica, magari quotidiana.

26 ottobre 2006

Anteprime Vetriolo

The departed, una storia italiana

The departed è un gran film. Erano anni che Scorsese non firmava un’opera così avvincente, così fluida che non ti accorgi neanche che supera le due ore e mezza. Il bello è che non ti accorgi che è di Scorsese, tanto la macchina da presa è discreta ed al servizio di una storia degna di una tragedia vittoriana. Non ci sono i pezzi da maestro al quale il regista di The aviator ci aveva abituato, mancano le scene madri e i vorticosi movimenti di macchina di chi ha imparato il cinema guardando i film di Max Ophuls. La musicalità del film, il suo ritmo è scandito dal montaggio, dai dialoghi, dai corpi di un nutrito gruppo di attori che sullo schermo fa scintille. E non parliamo solo dei protagonisti, il poliziotto buono e sfigato, costretto a fare l'infiltrato (Di Caprio), il poliziotto yuppie e corrotto (Matt Damon) e il criminale, folle e carismatico (Jack Nicholson). Ci sono un Mark Wahlberg da antologia (le sue battute sboccate sono fulminanti), un Martin Sheen commovente e un Alec Baldwin grasso e unto da urlo. Ritornando a parlare ancora una volta di mafia, Scorsese lo fa con un piglio diverso: complice una sceneggiatura che aggiorna l’orientale Infernal Affairs (a riprova che il miglior cinema del mondo, il più contemporaneo, è non occidentale), The departed dà modernità e complessità a un fenomeno criminale cinematograficamente inflazionato. Ci fa capire, se mai ce ne fosse bisogno, quanto sia ambigua la distinzione tra bene e male, tra buoni e cattivi, tra “noi” e “loro” (per ripetere una dicotomia cara al Presidente Bush e all’ex-presidente Berlusconi). E che il male che si nasconde (e si identifica) nelle istituzioni (polizia, Fbi, Cia) è ben più nefando del cancro che si pretende di combattere. Potrebbe essere una storia italiana, magari ambientata al Sismi.

25 ottobre 2006

Giornalisti in sciopero

Vespa&Mentana, lo sciopero si allontana
Domanda: perchè i due gemelli dell'etere, Bruno Vespa&Enrico Mentana, giornalisti professionisti, vanno in onda in pieno sciopero dei loro colleghi? E' successo ieri sera, e succederà ancora (stasera Porta a Porta è di nuovo in onda). Perchè Vespa risponde alle critiche del CdR del Tg1 che lo criticava reputando vergognosa la sua violazione della lotta sindacale mettendo di mezzo la sua redazione ( "Con quale animo -dice Vespa - si puo’ chiedere a una intera redazione alla quale non viene riconosciuto il contratto giornalistico di scioperare per il rinnovo del contratto giornalistico?")? Qual è il trucco? Il trucco che viene usato da molti reti nel creare programmi giornalistici (quale sono reputati da tutti, al di là dei loro contenuti spesso effimeri, sia Porta a porta che Matrix) è svincolarli dalla testata giornalistica della rete (e cioè rispettaivamente Tg1 e Tg5), etichettandoli talk show o programmi d'intrattenimento e, di conseguenza, contrattualizzare coloro che vi lavorano come programmisti registi/autori/addetti alla redazione o altro, ma comunque senza contratto giornalistico (e quindi senza le tutele, le garanzie e gli obblighi di sciopero connessi). I conduttori invece hanno una posizione diversa: Vespa è un consulente esterno (e quindi non ha l'obbligo di scioperare), Mentana, in qualità di direttore editoriale è un dirigente Mediaset, e quindi obbligato a essere fedele alla sua azienda prima ancora che al sindacato al quale, in quanto giornalista, appartiene. Che il loro comportamento renda più debole l'agitazione dei giornalisti in sciopero è un dato di fatto indiscutibile.

Lost Vetriolo: 3° serie

LOST 3 SVELATO: EPISODIO 3
di PitONE l'acidone Warning: Spoliler

Lui è un uomo di fede. Locke è per tanti appassionati di Lost il personaggio più affacinante e misterioso, anche se la sua aurea di uomo mistico si è un po’ incrinata nel corso della seconda serie. Nel terzo episodio della terza stagione viene rivelato un nuovo mistero riguardo a questo personaggio, che riguarda il suo passato. L’avevamo lasciato con la lite tra lui e la sua compagna, ora lo ritroviamo un po’ invecchiato e immerso in una nuova vita. Ora vive in una comunità di contadini che colitiva marijuana di nascosto. Locke prta in comunità un ragazzo autostoppista, ma questi si rivelerà un poliziotto in borghese assoldato per incastrare Lock e compagni. Un'altra delusione nel suo passato. Non c’è più traccia della sua donna, così come del padre. E’andata in fumo la speranza di vedere come lui sia finito sulla sedia a rotelle, sarà per un’altra volta. Interessanti novità invece per quanto riguarda le vicende dell’isola. Locke si sveglia sdraiato sull’isola senza voce, Desmond si risveglia completamente nudo e cerca aiuto da Hurley. Il mistico Locke torna alle sue origini di “Uomo di fede”, così decide di interpellare l’isola – in realtà si spara un bel trip di erbe alluginogene, lo stesso che siede a Boone nella prima serie. Così scapisce che deve salvare Mr Eko, catturato da un orso bianco. Locke si avventura così nella tana dell’orso, e trova il giante nero ancora moribondo. Il colpo di scena finale è deicato a Desmond: l’implosione della botola gli avrà donato dei poteri soprannaturali? Vabbè il mistico e il fantastico, ma qui si scade nel fumetto! I produttori avevano preannunciato una prima tranche di sei episodi, per poi riprendere a gennaio la programmazione. Ora si capisce il perché. Pare che la serie stia calando negli ascolti e forse i produttori volevano solo capire quanto potessero ancora allungare il brodo.Oppure, in caso di share negativo, se fosse il caso di accorgiare il tutto, ripiegando così ad un bel purè. Personalmente preferirei che la serie finisse esattamente nei tempi progettati dagli autori, perché una fine anticipata diventerebbe giocoforza approssimativa e poco esauriente, causa la frettolosità delle esigenze tecniche. Anche l’allungamento oltre il prefissato sarebbe deleterio: così la serie scadrebbe penosamente. Non ci resta che incrociare le dita e sperare!

23 ottobre 2006

Hostel Fenech

Edwige back to set!
Ecco la fonte che dimostra che Edwige Fenech è tornata su un set. La vediamo accanto a Eli Roth, il regista dell'efferato Hostel 2, in lavorazione a Roma. La fonte delle foto è il blog di Roth (www.myspace.com/eliroth), dove è possibile leggere la dichiarazione d'amore del giovane americano per l'attrice di "Quel gran pezzo dell'Ubalda".
"Una delle mie attrici preferiti di tutti i tempi è l'attrice-dea, che tra gli anni 70 e 80 ha girato molti film. Si è ritirata dalle scene per dieci anni ed è una grande produttrice e distributrice di film in Italia. Sono stato fortunato a incontrarla nel febbraio scorso, e a chiederle se aveva intenzione di tornare a recitare. Mi ha detto si, ma solo per me o Quentin. Ho scritto per lei un ruolo sperando che accettasse, e lei ha rispettato la promessa."

La classifica del Lunedì di Vetriolo

La sconosciuta SE PO' FA'

Un Tornatore che per la prima metà non sembra nemmeno Tornatore. Ed è un pregio. Niente sviolinature, nemmeno stilistiche. Tutta la maestria del buon Peppuccio è al servizio della storia e di una suspense mozzafiato (chi è la protagonista.? Perché ha tirato giù dalle scale una povera governante dagli occhi buoni?Di chi vuole vendicarsi o cosa sta cercando? Perché Michele Placido è così disgustoso? ) Peccato che poi, quando la storia tende a dipanarsi, tra un colpo di scena più incredibile dell’altro (non tutti buoni però) esce fuori lo zucchero e il miele da Mulino Bianco di Tornatore, e ti intristisci un po’, pensando che non te ne frega più niente.

The Hoax- l’imbroglio NIENTE MALE
Sembra incredibile che una storia così incredibile sulla falsificazione e manipolazione dei media da parte di un singolo individuo (uno scrittore da strapazzo s’inventa una fantomatica amicizia con il miliardario Howard Hugues per vendere la sue memorie) sia al cento per cento vera. Eppure lo è: come abbiamo imparato anche a casa nostra, niente è meno fantascientifico dell’impostura collettiva da parte di un singolo. Questo è il merito del film, al di là della fattura cinematografica, piatta e monocorde in puro stile Lasse Hallstrom .

Fur CHE DELUSIONE
Tutto bello, molto surreale e anche molto noioso in questa operetta del regista di Secretary.
La promozione a mezzo stampa ha puntato molto sulle nudità della Kidman (ma è proprio lei in costume adamitico? Vetriolo pensa di no!), ma non è il sesso l’appeal di questo film che reinventa gli inizi professionali della fotografa Diane Arbus . L’intrigante è più nell’atmosfera molto La bella e la bestia + Freaks che però non riesce né a stupire né ad appassionare. Un’operazione gelida che non scalda l’anima dello spettatore.

World trade center SOLDI BUTTATI
I primi venti minuti possono anche passare, con questa rappresentazione dell’11 settembre come catastrofe apocalittica da disaster movie. Dopo il film parla di altro: parla della sopravvivenza di 2 poliziotti bloccati sotto le macerie. Il film si regge solo sui volti e la bravura delle 2 fantastiche attrici che interpretano le mogli degli eroi, Maggie Gyllenhal e Maria Bello. Il resto è disinteresse, tedio assoluto, noia mortale: dopo il flop del superfrocissimo Alexander, Oliver Stone pare essersi scordato a casa tutto il suo energico armamentario barocco e polemico che aveva fatto di quest’uomo uno dei registi più amati e detestati d’America. Scegliendo la medietà mediocre di World Trade center pare un Ron Howard rincoglionito!

N-io e Napoleone CHE DELUSIONE
Si ride meno del solito in questo film di Virzì che racconta, in una Piombino trasformata nell’isola d’Elba, l’esilio dorato dell’ex-imperatore Napoleone alle prese con un giovane aspirante tirannicida. Bene Elio Germano (ha il compito non facile di reggere sulle sue spalle tutto il peso del film).
Ok Impacciatore e Ceccherini che regalano i momenti più esilaranti di tutta la pellicola. Meno bene la Bellucci (anche se parla in dialetto, non fa mica morire dal ridere?), passabile l’Auteuil-Napoleone (ma Bonaparte non era un tappo?), brutto il melange tra commedia e tragedia. Forse l’aspetto più godibile è quello che tradisce lo spirito del romanzo di Ernesto Ferrero, e cioè l’attualizzazione in chiave berlusconiana della vicenda. Orribile il finale che arriva all’improvviso, e il fermo immagine con sovrimpresse le scritte che spiegano come la storia andrà a finire. Erano finiti i soldi?

20 ottobre 2006

Grindhouse-il doppio spettacolo di Vetriolo

Veleno su Lovecraft
(Parte la nuova rubrica di (Blog)Vetriolo dedicata agli inediti in dvd. Tutta roba di genere che non ha meritato l’onore della sala. Il titolo è un omaggio al doppio film di Tarantino-Rodriguez, chiamato appunto Grindhouse. A recensire queste delizie è stato assoldato il masochistico Donnie Livore. C’è anche l’intervallo!)

Doppio spettacolo, doppio gusto! E c’è ancora più soddisfazione nel rovistare tra i film che godono di uno status di inedito! Ma non per forza quello del cestone convenienza dell’Auchan dove in mezzo ai vari Avo Film si trovano magari anche QUARTO POTERE in versione Ermitage (quella con il master che fugge via dal televisore, tanto è rovinato) o DUE SCONOSCIUTI, UN DESTINO della Quinto Piano! Se guardate bene sugli espositori, svelti perché tra poco sicuramente spariranno, ci sono due titoli interessanti usciti recentemente. Due titoli diversi in tutto ma uniti dalla tematica: le antiche tradizioni popolari, le arcaiche credenze, possono far paura anche oggi? Vi suona male?

PRIMO SPETTACOLO
…pensate a ROAD TO L, uscito per Raro Video. Italiano, girato tre anni fa in, neanche a dirlo, digitale, il film segue una sparuta troupe di ragazzi alla ricerca di indizi tangibili che comprovino la presunta permanenza nel Polesine di H.P. Lovecraft, decano di un horror carnale e mitologico figlio, sembrerebbe, delle atmosfere rarefatte e disturbanti delle tradizioni popolari del Delta del Po.ROAD TO L. (la strada per Lovecraft o per Loreo paesello dove il film si svolge?) è un di mockumentary-horror, ovviamente sullo stile de BLAIR WITCH PROJECT, che parte bene, forte di un’idea affascinante e più solida di quanto possa sembrare, per perdersi definitivamente in ripetizioni (quanto nastro sprecato alla ricerca di un’atmosfera), ingenuità e lentezze degne delle sconfortanti piattezze del paesaggio. Non avvince nemmeno il finale quando, per un momento, si intravede il mostro lovecraftiano-rovigotto, una sorta di uomo-anfibio uscito dalle leggende del luogo. Dopo i novanta minuti di ROAD TO L., se si va, potreste guardare il risultato degli sforzi (e dei pericoli di cartapesta) affrontati dalla troupe. Prodotto da Studio Universal, il documentario non è niente male. Non dice niente di sconvolgente, non lo fa in maniera nuova ma riesce a coinvolgere. E poi, per un attimo, c’è Eraldo Baldini (decano moderno del gotico rurale) che non concede interviste molto spesso!
TITOLI DI CODA A film by Federico Greco e Roberto Leggio ROAD TO L. con Federico Greco Roberto Leggio Fausto Scialappa

INTERVALLO ATTUALITA
’Matthew McConaughey e Lance Armostrong non sono gay. Dopo un’estate, quella della rottura di Matthew con la deliziosa Penelope Cruz, durante la quale le due star sono stati inseparabili (insieme all’altro amico Jake Gillenhall, talmente credibile nella parte del gay da meritarsi una nomination all’Oscar). "Ci siamo divertiti a leggere i gossip che ci riguardavano, sui tabloid" ha detto Matthew!

SECONDO SPETTACOLO
Le luci tornano a spegnersi…Lo schermo è invaso da un’altra palude, quella di una sperduta località in Louisiana… Candele accese durante un rito si alternano alla serata noiosa di alcuni teen ager al solito (l’unico) fast food… Comincia così VENOM di Jim Gillespie, che, stranamente, non è uscito nelle sale ufficiali. Non che se lo meritasse, ma il regista, dopo il film-tormentone SO COSA HAI FATTO?, ha un certo credito tra gli splatter-dipendenti. Gillespie, sempre supportato dalla Miramax, ha lavorato di grana grossa su un pessimo script di Kevin Williamson (SCREAM la sua cosa migliore, non c’è bisogno di dirlo). Il solito gruppo di ragazzi devono morire nei peggiori dei modi. Per cambiare un po’, c’è un mostro morso da serpenti vodoo pronto a uccidere. Non fatevi tradire dal fascino dell’ambientazione e del vodoo haitiano. Tutto è un pretesto per arricchire una trama elementare e banalotta (con qualche citazioni da Bava sparsa qua e là – il sepolcro che contiene tutti i morti è la risposta alla vasca da bagno di REAZIONE A CATENA-) che fanno sembrare un’ora e quindici minuti (tagli della produzione? Meno male!) davvero interminabili. Qui l’unico venom (veleno) consigliato è un Tavor per sopportare dialoghi ai minimi, attori fuoriparte, climax completamente sbagliati. La solida (un po’ allampanata) Agnes Bruckner (già vista nella serie 24) merita altre possibilità (vedere per credere il nuovo Lucky Mckee THE WOOD, proiettato solo al Ravenna Nightmare Film Festival, a due passi dal Delta del Po)
TITOLI DI CODA A film by Jim Gillespie VENOM con Agnes Bruckner Jonathan Jackson Bijoux Philips

Visto per sbaglio

Sex Vespa
Notte birichina chez Bruno Vespa. Che, tra uno Sgarbi, un Luca Giurato e un assonnato Arnoldo Foà, intrattiene gli spettatori a base di erezioni notturne, clitoridi, cocaina, Viagra. Mentre su Canale 5 Bonolis filosofeggia sul senso della vita, il bravo Bruno tenta di risalire la china discendente degli ascolti che, nei giorni scorsi, hanno premiato la concorrenza, ossia il feroce Matrix di Mitraglia Mentana. Assente Mentana dal video per una sera, Vespa tenta il blitz: via per una sera la politica e l'economia per lasciare spazio alla realtà: quella piccante e pruriginosa che porta sonni poco tranquilli. Una menzione per il grandissimo Foà che, alla domanda del padrone di casa ("Conosce suoi colleghi di palcoscenico che usano sostanze eccitanti prima di andare in scena?") risponde piccato e offeso: "Che vuole che ne sappia io!"

18 ottobre 2006

Vetriolo padano

Le pistole di Borghezio


E' mai possibile che se Le iene fanno un servizio sui politici drogati si alza un polverone esagerato, mentre invece non succede un bel niente se va in onda il leghista Borghezio che, ripreso da una telecamera nascosta, sussurra all'orecchio di una iena travestita da militante padano la minaccia che prima o poi la Lega tirerà fuori la pistola?
Le ipotesi sono varie:
1) il servizio ienesco non svelava nulla di nuovo, tante sono le memorabili sparate alle quali il buon Borghezio ha abituato giornali, tv e pubblica opinione.Ergo: dove sta la notizia?
2) A Borghezio non si deve credere per definizione.
3) La politica ha un sussulto di orgoglio e di vera indignazione solo per difendere i propri interessi corporativi messi in pericolo dagli attacchi di una satira senza controllo.
4) Il Paese, i media e la sua classe politica sono così abituati all'abisso morale e culturale in cui siamo tutti precipitati, che ormai un'affermazione barbara di Borghezio non è altro che una puntura di zanzara.

17 ottobre 2006

Lost Vetriolo: 3° serie

LOST 3 SVELATO - Episodio 2

di PitONE l'acidone

Dopo una prima puntata un po’ sotto tono, se non altro dal punto di vista dell’azione, finalmente la storia si riaccende e regala momenti entusiasmanti e inaspettati. La vita riprende per il trio prigioniero de “Gli altri”: stavolta Jack se ne sta chiuso in cella e si vede solo a fine episodio, mentre Sawyer e Kate vengono relegati ai classici lavori forzati con tanto di pietre da spaccare. Sun Jin e Sayid, intanto, cercano di fare un’imboscata a “Gli Altri”, ma sono loro che li colgono di sorpresa e gli rubano la barca. Addio ultima speranza di lasciare l’isola. L’episodio è dedicato a Sun e Jin, viene rivelato un retroscena scottante sulla coppia più longeva della serie. Ma il momento clou è dato dal bacio alla via col vento che Sawyer rifila a Kate quando meno se lo aspetta. Tuttavia a lei non dispiace affatto e ricambia calorosamente. Insomma, “ci sta alla grande”. Il bacio viene interrotto bruscamente ed è presto per dire se è scoccato l’amore oppure no. Finora la tirano per le lunghe con il mistero de “Gli Altri” e non c’è uno straccio di spiegazione. D’altronde è successo lo stesso nelle prime puntate della seconda serie, quando i sopravvissuti della coda aspettano puntate su puntate prima di dare spiegazioni. Bisogna pure allungare il brodo in qualche modo… “Gli Altri” continuano a dire che loro sono i buoni, aggiungendo stavolta che non sono loro i nemici. Però assistiamo all’ennesima sparatoria tra le due fazioni altri-sopravvissuti. Se è vero che sono i buoni e che non sono nemici, perché cavolo permettono tutte queste morti? Non potevano trovare una via più semplice e pacifica per coinvolgere i sopravvissuti dell’aereo? I maligni diranno:”No, altrimenti non avremmo avuto Lost.” Speriamo almeno che le spiegazioni non saranno farlocche.

16 ottobre 2006

Hollywood Belshazzar - notiziole dagli USA

Tarantino+Rodriguez=Grindhouse

Arriva il primo trailer di "Grindhouse", doppio spettacolo-omaggio al cinema di genere, firmato da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez. Mentre il regista di Kill Bill sta ancora girando l'episodio con Kurt Russell intitolato "Death Proof", sbarca in rete l'anticipazione della parte diretta da Rodriguez, il supersplatter pieno di temibili zombie"Planet Terror". Tra gli interpreti un folgorante Tom Savini, noto agli appassionati come il più talentuoso tra i creatori di effetti speciali truculenti. In allegato uno dei finti trailer di cui sarà infarcita la pellicola, "Machete". Il 6 Aprile 2007 è la data di uscita americana.

13 ottobre 2006

Gillo Pontecorvo

Goodbye Gillo

(Come saprete, da ieri Gillo Pontecorvo non c'è più. Ecco il coccodrillo di Vetriosanch, che più di una volta lo ha incontrato, conosciuto e apprezzato)
Vederlo arrivare con quegli occhi azzurrissimi e il suo indimenticabile sorriso aperto era sempre un sollievo. Ispirava immediata simpatia a chiunque. E tutti lo salutavano, sempre ricambiati con la più squisita cortesia, anche se erano perfetti estranei. Io l’ho incontrato tante volte, nei posti dove si riunisce la solita tribù dei festival. E ho anche avuto il privilegio di intervistarlo più d’una volta, fin da quando, giovane e timido giornalista, imparai ad amarlo per la sua schietta disponibilità. Gillo era dotato di una signorilità semplice e naturale, mai posta su un piedistallo, che otteneva rispetto senza pretenderlo. Stringergli la mano tra press-agents schizofrenici, giornalisti incazzati, presenzialisti smaniosi, pubblico incattivito, era sempre un piacere. Portava un soffio di umanità, fuori dai ruoli predefiniti. Invecchiando non aveva perso il suo interesse per la gente e aveva invece acquisito una grazia speciale. Anche quando polemizzava. E sapeva farlo, senza mezzi termini. Ricordo che qualche anno fa lo intervistai a Saint Vincent dove era stato invitato ad un dibattito in occasione della consegna delle Grolle d’Oro. E lì, nell’impazzare dei vari Boldi, De Sica, Neri Parenti e altri ameni campioni d’incassi premiati con i Biglietti d’oro, non si trattenne dal dire di fronte alla telecamera quanto quel premio fosse stato snaturato e stravolto rispetto alle sue origini. Ricordò a noi di un’altra generazione che quello era stato un prestigioso premio di qualità, tributato dalla critica ai cineasti più interessanti, ormai ridotto ad un insulso plauso al box office e al prodotto più becero, con il quale produttori e distributori omaggiavano se stessi e i loro milioni, anche se accumulati a suon di scoregge e battutacce. Anche in quella banale occasione Gillo fece ciò che ogni intellettuale ha il dovere di fare nella propria società. E lo fece con la consueta eleganza. Non ce lo dimenticheremo. Addio Gillo.

10 ottobre 2006

L'apocalittico

La tv da codice penale
C'è una tv da bandire, una tv che, grazie alle ferree leggi dell'auditel, il cinismo dei dirigenti tv, il carrierismo e servilismo di produttori registi autori (questi ultimi sempre pronti a giustificare filosoficamente la cacca che mettono in scena in nome di una "teoria giustificazionista dell'Olocausto catodico"), è diventata popolare. Se pochi, pochissimi anni fa guardavamo con disgusto la tv spazzatura made in Usa, come le risse e le botte dello show di Jerry Springer, e forti delle nostre fondamenta industruttibili basate sulla sempiterna cultura meditarranea greca e latina, potevamo mostrare orgogliosi l'italica superiorità di fronte agli Stati Uniti, dipinti come paese senza storia, cultura, idee, tutto fast&junk food, oggi che fare se non sotterrare la testa sotto la sabbia per non vedere quanta bellezza arrivi dal teleschermo americano, da Lost a Grey's anatomy, da CSI a 24, da Casalinghe disperate a Sixt Feet Under, ecc.ecc.ecc., e quanto laida sporcizia vomiti invece il palinsesto nostrano?
All'avanguardia di questo gabinetto pubblico dove lordare le nostre telecoscienze, c'è Mediaset, avamposto della Restaurazione e dell'Amnistia generalizzata verso le Vittime del Sistema. I duetti rissosi preparati, scritti, pettinati, ricamati, infiocchettati, sapidamente preparati e orchestrati dai Grandi Autori tv, come quelli che ci sono stati propinati domenica pomeriggio (Buona domenica, Canale 5) od ogni lunedì (La pupa e il secchione, Italia Uno) con due signori che sono pagati (da noi cittadini, lo voglio ricordare, con i soldi delle nostre tasse) per fare un mestiere importante e di rilevanza pubblica come l'eurodeputato o l'assessore, e che invece preferiscono prestarsi ad altro. Alessandra Mussolini e Vittorio Sgarbi vengono pagati da Mediaset per risollevare i bassi ascolti di alcune trasmissioni. Come? Facendo casino e insultaldosi gratuitamente, in alcuni casi in fascia protetta ("uomm'e merda" uno degli epiteti più graziosi) per più di mezz'ora, sotto gli occhi compiacenti della conduttrice di turno (Paola Perego e Federica Panicucci).
Una farsa, una finzione, una roba provocata e scritta ad arte, voluta da tutti, conduttori registi autori, con il beneplacito dei dirigenti tv.
Questa televisione è da codice penale.Perchè viola tutte le normative vigenti in tema di tutela dei minori. Mi chiedo che cosa facciano le varie associazioni stile Moige che gridano satanasso appena si vede una tetta in tv, magari in un film di Bertolucci o di Kubrick, e non muovono un dito di fronte alla valanga di merda che ci viene sputata in faccia appena, per sbaglio, il dito preme il bottone sbagliato sul tasto del telecomando in un pomeriggio qualsiasi in una domenica qualsiasi. Cosa fanno i vari Garanti? Mentre il garante della privacy blocca un servizio delle Iene sui politici e l'uso di droghe previsto per questa sera, ce n'è un altro che fermi lo spaccio di merda in televisione?
Questa televisone è da codice penale. Mi chiedo perchè una poveretta come Mara Venier, espulsa dalla tv pubblica perchè non aveva saputo fermare un'analoga rissa andata in onda l'anno scorso a Rai Uno, non trovi un adeguato spazio nell'accogliente riserva indiana di Mediaset, la vera Casa delle libertà, dove tutti gli uomini liberi, soprattutto quelli cacciati dai fascisti rossi della Rai, esprimono il loro pensiero: dalla Gregoraci alla Monsè a Malgioglio, ecc. Anche a male parole, sì perchè la libertà è anche quello. E la libertà è di avere un telecomando dove passare da un insulto a un rutto, da una scorreggia a uno sputo in piena faccia.
Questa televisione è da codice penale. Perchè, giorno dopo giorno, scava dentro tutti, soprattutto dentro chi è più fragile (gli anziani, i bambini, chi non legge mai un libro), e ci rende più aggressivi, rabbiosi, pericolosi. E' una televisione educativa: ci educa alla guerra civile.
E' una televisione da fermare.

09 ottobre 2006

Lost Vetriolo: 3° serie

LOST 3 SVELATO - EPISODIO 1

(Pitone l'acidone spiffera tutto quello che c'è da dire sulla prima puntata della nuova serie di Lost.
Spoiler a volontà per rovinare la vita a chi adora questo magnifico telefilm)
Una donna che tenta di tirare fuori dal forno una teglia di muffin, ma si scotta la mano.
Non è un’episodio di Disperate Housewives, ma la primissima scena della terza serie di Lost. Su questo punto devo fare una rettifica: nello scorso articolo ho scritto che la prima scena è quella dove Jack si sveglia, ed in effetti la storia parte da lì, ma prima c’è un prologo. Ed è proprio il prologo che inizia con i muffin. Ho visto tutta la prima puntata e la premessa è in linea con il tema della nuova stagione: il punto di vista de “Gli Altri”. Loro se ne stanno lì beati, tra una riparazione di una tubatura ed un banalissimo circolo di lettura, quando all’improvviso arriva un aereo che si spezza in due. Il capo, che conosciamo come “Henry”, ordina a Ethan di seguire la fusoliera e di infiltrarsi tra i sopravvissuti e a Goodwin di fare lo stesso con la coda dell’aereo. E’ ufficiale, da ora “Gli Altri” sono i nostri i protagonisti della serie, si passa al punto di vista degli autoctoni dell’isola. E chissà che il titolo della puntata, “A tale of two cities” non si riferisca proprio a questo. Jack, come già detto in precedenza, fa la conoscenza di Juliet, una donna di bell’aspetto di maniere gentili. Sawyer è chiuso in una gabbia e cerca di capire come far funzionare una strana macchina che dovrebbe erogare cibo. A Kate viene ordinato di farsi una doccia e di indossare un vestito molto “femminile”. Il destino ha preso una strana piega per i nostri eroi, sempre che di destino si tratti. In fondo la frase promozionale della seconda stagione è “Nulla accade per caso”. E se nella seconda stagione in Italia stiamo imparando a conoscere gli effetti negativi che le azioni de “Gli Altri” hanno sulla vita dei sopravvissuti, nella terza impareremo a conoscere le motivazioni di queste azioni. “Gli Altri” sono i detentori di tutti –o quasi- i segreti dell’isola, quindi ci si chiede quanto potrà durare l’alone di mistero ora che saranno loro i protagonisti. Riuscirà la serie a non scadere nella terza stagione? Chi vivrà, vedrà.

La classifica del lunedì di Vetriolo

LA COMMEDIA DEL POTERE CHE DELUSIONE
Uno Chabrol assai appannato, una storia (quella di un magistrato donna a caccia di corrotti nel mondo della finanza) che non si sa bene da che parte vuole andare, non si capisce cosa e chi Chabrol vuole colpire con la sua perfidia. Non c’è nemmeno una trama gialla. Solo una Isabelle Huppert brava e convincente, ma non all’altezza delle sue migliori intepretazioni.

MIAMI VICE SE PO' FA'
Più che un film un’esperienza per le cornee. Vedere Miami Vice a distanza ravvicinata pare che dilati le pupille (è capitato a me e ad altri). La storia è ostica soprattutto nella prima parte, poi comincia a scorrere più fluida. Ma forse è meglio abbandonarsi al flusso orchestrato da Michael Mann: stacchi improvvisi con cambi abbacinanti di luminosità, strisce di colore, grana digitale superstar. Colin Farrell e Will Smith sono due figurine di cartone ritagliate e messe dentro il teatrino lisergico di Miami Vice.

SCOOP SE PO' FA'
Un compitino ben fatto per Woody Allen. Si ride, ci si diverte, si passa un’ora e mezza in allegria. LA trama gialla non appassiona più di tanto, visto il misero impianto costruito da Allen che con Scoop risparmia il cinismo e la perfidia profusi a piene mani in match Point per dilettarci (e dilettarsi) con una nuova coppia di investigatori per caso, il mago Splendini e la giornalista quattrocchi Scarlett Johansonn.

BLACK DAHLIA CHE DELUSIONE!
Forse tutti i soldi se li sono ciucciati le star, dalla Johansonn in giù, e al povero Brian sono rimaste solo le briciole! Ma in effetti la sensazione è di vedere un film strano, zoppo, senza le sceni madri che il maestro ci aveva sempre regalato. Un film soffocato dalle riprese tutte in studio, un film "pulito" dove il fetore che si respira dalle pagine di James Ellroy evapora di fronte alla fragranza profumata che sprigionano i volti belli dei giovani protagonisti. Non che la pellicola in sè non sia godibile, basta dimenticare che dietro a Black Dahlia ci siano le mani di De Palma ed Ellroy.

LITTLE MISS SUNSHINE SE LO PERDI SEI STUPIDO
Una commedia intergenerazionale divertente assai. Una famiglia sgangherata a bordo di un furgoncino scassato in un road movie delirante che ci racconta gli Usa schizzati di oggi meglio di un reportage alla Michael Moore. Mette alla berlina più o meno tutti i cardini della via americana alla felicità. In Usa un successo, in Italia no.

NUOVOMONDO SE LO PERDI SEI STUPIDO
L'Italia lo ha candidato agli Oscar. Speriamo che ce la faccia questo toccante, anti-retorico e visionario documento poetico sull'immigrazione. Emanuele Crialese rappresenta con rara efficacia il sogno americano degli emigranti italiani a New York.

LADY IN THE WATER CHE DELUSIONE
Non c'è nemmeno il famoso twist finale, il colpo di scena al quale il regista Shyamalan ci aveva abituato sin dal Sesto senso. Ma a deludere di questa fiaba moderna, dove una ninfa spunta nella piscina di un condominio e un uomo, Paul Giamatti, la protegge, non è la magia dello Shyamalan-touch (che comunque c'è). E' la sua prevedibilità, in ogni senso. Tanto che il regista, per ripararsi preventivamente dalle critiche, ha trovato un espediente. Infilare nella storia un cattivo, un critico cinematografico, che non si stupisce più di fronte alla visione dei film, perchè tutti mancano di originalità. E Lady in the water non fa eccezione!

THE QUEEN NIENTE MALE
Una Helen Mirren strepitosa per un film furbetto e geniale. La furbizia è tutta nello stimolare lo spettatore voyeur a guardare dal buco della serratura di Buckingam Palace dopo la morte di Lady Diana. La genialata del film, che ricostruisce veri e falsi retroscena, consiste nell' appiciccare la patente di miglior servitore di Sua Maestà la Regina al 'rivoluzionario' Blair. Parlando della Gran Bretagna di 10 anni fa, si versa acido muriatico su quella di oggi.

06 ottobre 2006

Operazione Betulla 2


Berlusconi con Betulla

Esattamente il giorno dopo la partenza del grande sondaggio di (Blog)Vetriolo "Operazione Betulla", Silvio Berlusconi ha deciso di concorrere. Non partecipando al nostro blog, ahimè, ma in modo più roboante. Con una lettera a uno degli sparuti giornali che sono usciti in edicola, bypassando lo sciopero dei giornalisti: Libero di Vittorio Feltri. Una difesa totale di Renato Farina. Ai pochi sfortunati che non hanno acquistato il giornale, regaliamo l'integrale missiva.

"Caro Direttore, Le scrivo per manifestare a Lei e a Libero la mia solidarietà totale e motivata per quanto è accaduto e sta accadendo al Suo vice Renato Farina. È palese la strumentalità degli attacchi contro Farina. Colpendo lui, si voleva e si vuole far perdere credibilità al quotidiano che Lei ha fondato e dirige. Lei, dottor Feltri, come del resto Farina, non siete mai stati teneri con me. Ma la vostra critica alla Casa delle libertà è un pungolo autorevole anche se, a volte, lo confesso, urticante. Però siete liberi, siamo liberi noialtri, e siamo tutti felici che voi esistiate e che prosperiate. Ma per la sinistra illiberale che in Italia si è presa tutto, voi siete peggio di una spina nel fianco. Non vi possono tollerare. Eliminando Renato Farina, si intende distruggere o almeno indebolire una delle poche voci di opposizione a Prodi e al suo universale apparato di potere: politico, mediatico, inquisitorio e finanziario. Non entro nello specifico della vicenda. So che lo stesso Farina, dopo la prima lettera sul suo giornale, si è attenuto al segreto istruttorio. Aldilà delle articolazioni di legge, Farina sa bene che solo il Papa è infallibile, e dunque egli può aver commesso errori che del resto ha ammesso. Anche se io non ci credo, il ragazzo è troppo portato all'autofiagellazione. Ma mi associo a quanto scritto al Foglio da dieci giornalisti non conformisti. «Renato Farina è collega di grande valore e di umanità altrettanto grande... Nei confronti di Renato Farina c'è un accanimento pubblico che sa di purghe». Mi compiaccio, caro Feltri, che Lei abbia tenuto duro e che lo abbia difeso con convinzione e con forza. Quanto a Farina, mi consenta di rivolgergli un saluto. So, Renato, che sei ridotto al silenzio. Ma questo tuo silenzio parla più di mille articoli a chi sa ascoltare. Il tuo sacrificio non è inutile, credimi. Renato: una volta ti ho definito "guerriero di libertà". Sono sicuro che tornerai presto: più bravo, più efficace e più forte di prima."

Operazione Betulla

(Lo Stupido, un nostro affezionato lettore - e autore di sapidi commenti ai post vetrioleschi - sul grande sondaggio Betulla ha dato una risposta che merita la pubblicazione)

Vorrei ricordare, già che ci siamo, che alla morte di Carlo Giuliani il buon Farina fu il primo giornalista, assieme a Capuozzo, a giungere sul posto. Qualche maligno sostiene perchè avvertito per tempo dai suoi datori di lavoro, che volevano sul posto giornalisti ammodo per una corretta ricostruzione dei fatti. Esiste una teoria, piuttosto dettagliata, secondo cui l'omicidio in questione non sarebbe stato casuale ma pianificato. E' reperibile in rete il video "Quale verità per Piazza Alimonda?", [http://bigmovies4.arcoiris.tv/g8/piazza_alimonda.mpg] minuziosa ricostruzione dell'episodio a sostegno della suddetta teoria, in cui è visibile il paffuto giornalista sul luogo dell'accaduto. Il video è piuttosto interessante, che si creda o meno al complotto.Per quanto riguarda il sondaggio, sarei più favorevole alla galera.

05 ottobre 2006

Lost 3 anteprima

Lost 3 è sbarcato in America!

(PitONE l'acidone vi svela alcuni dettagli sulla prima puntata della 3° serie, trasmessa ieri sera da Abc)
Che emozione. Ieri l’America si è fermata per la prima puntata della terza stagione di Lost. Milioni di spettatori hanno potuto godersi il seguito delle vicende dei sopravvissuti del volo 815. Per chi è curioso e vuole sapere, di seguito viene descritta la prima sequenza della nuova stagione. Ecco invece alcune delle succose anticipazioni che ho scovato per voi:
-finalmente il triangolo Jack-Kate-Sawyer si risolve. Kate prende una decisione, si dichiara e concede addirittura un baci. Il tutto entro le prime sei puntate.
-Jack fa conoscenza con un nuovo personaggio, Juliet, il cui nome non è stato scelto a caso: come la celebre eroina del dramma di Shakespeare, anche questo nuovo personaggio si innamorerà di qualcuno (lo stesso Jack?) della fazione opposta, aprendo nuovi scenari nel conflitto sopravvissuti-gli Altri.
-La terza serie sarà incentrata su temi sentimentali: seduzione e rifiuto intrecceranno le fila dei vari personaggi.
-si inizierà a conoscere “Gli Altri”. Si vedrà come vivono, chi sono, cosa fanno. Soprattutto si vedranno le cose dal loro punto di vista. “Gli Altri” ha tenuto d’occhio i nostri tutto il tempo, quindi potrebbero esserci flashback su cosa facevano prima di palesarsi.
-due personaggi new entry saranno una coppia, probabilmente marito e moglie, sopravvissuti della coda dell’aereo.
-Il personaggio di Michael dovrebbe essere uscito di scena in via definitiva
La stagione si preannuncia dunque interessante, ed è difficile pensarci su mentre si cerca di capire come si svolge la seconda. Purtroppo il destino dei fan italiani della serie è questo.

Terza stagione: la prima sequenza

La terza stagione si apre con l’occhio di Jack che si sveglia, si ritrova in una cella buia. Si guarda il braccio, ha del cotone sporco di sangue: qualcuno gli ha fatto un prelievo. Cerca di aprire la porta, ma è chiusa a chiave. Poi si gira, vede una porta aperta. Corre verso di essa, ma sbatte contro un muro invisibile. Non è altro che una parete di vetro molto spesso. Gli tira un calcio contro, e inizia ad urlare.

Grande sondaggio Vetriolo

Espulso o sospeso? Operazione Betulla


Vi ricordate di Renato Farina? E' quel signore con la faccia ciccia e simpatica che si affacciava spesso in tv (da Gad Lerner, a Porta a Porta, A Primo piano, gli avevano dato anche una rubrica su Raisat dal gustoso titolo L'infarinata). Questo bonario signore, per chi non lo sa ancora, è un giornalista, vice-direttore ed editorialista di "Libero", brillante quotidiano di Vittorio Feltri.Tra i tanti gustosi articoli scritti da Farina ricordiamo gli spiritosi pezzi durante il sequestro e l'uccisione in Iraq di Enzo Baldoni, definito un "simpatico pirlacchione" (gli accattivanti titoli erano: "Vacanze intelligenti. In un video l’italiano rapito in Iraq. Aveva detto:’Cerco ferie col brivido’. E’ stato accontentato. Ora rischia di essere ucciso". E poi: "Colpo in testa a Baldoni. I terroristi islamici uccidono il giornalista italiano che cercava brividi in Iraq. I rapitori non hanno esitato a sparargli anche se era amico loro e antiberlusconiano"). Qualche mese fa si è scoperto che Farina, oltre a fare il giornalista, era anche pagato dal servizio segreto militare, il Sismi. Nome in codice: Betulla. La sua missione in qualità di spia? Sfruttare il suo status di giornalista per scrivere articoli diffamatori nei confronti di Prodi, difendere il Sismi sull'affaire rapimento di Abu Omar e addirittura intervistare due magistrati di Milano, quelli che indagavano sul sequestro Abu Omar, per far conoscere al Sismi gli sviluppi dell'inchiesta. Farina ha confessato, e l'Ordine dei Giornalisti della Lombardia lo ha sospeso per 1 anno dalla sua attività. Sospeso, non radiato. Il sindacato si è arrabbiato perchè avrebbe meritato l'espulsione. Tra un anno Farina potrà continuare a scrivere quello che vuole (d'altronde Libero si guarda bene dal licenziarlo), regalando ogni volta al lettore lo stesso dubbio: ma 'sto Farina scrive perchè ci crede o scrive perchè lo paga qualcun'altro? E chi è a pagarlo adesso? Se scriverà sulle bocce lo pagherà un'associazione bocciofila? Se parlerà bene delle beneficenza sarà prezzolato dalle dame di San Vincenzo? Se farà un focoso editoriale contro il tartaro sui denti sarà perchè finanziato illegalmente dalla lobby degli odontotecnici?
Intanto, il giornalista che non paga l'iscrizione della quota associativa all'Ordine (circa 100 Euro all'anno) finisce peggio di Farina:cancellato dall'Albo.Meglio spia che moroso!
Grande sondaggio Vetriolo:
Farina merita l'espulsione o la sospensione?
Votate numerosi!

Vetriolo su Miss Italia

Tutto su Claudia Andreatti!

(Uno dei nuovi collaboratori di (Blog)Vetriolo, Donnie Livore, persona davvero cattiva e priva di scrupoli, ha voluto dire la sua sulla Nuova Miss Italia)

Poteva essere l’icona perfetta della ragazzotta da alfabetizzare, che gli autori de La pupa e il cervellone, hanno cercato per mesi tra locali di lap dance e circoli di cuori solitari.
Cos’è che rende Claudia Andreatti, la nuova Miss Italia, così perfetta per il ruolo?
La bellezza, c’è, in buona misura, e il cervello? Non pervenuto!
Non parleremo della sua bocciatura in prima liceo, sarebbe troppo facile (compaia al più presto in uno spot Cepu insieme a Vieri, per riabilitarsi!), ma non è facile essere teneri con una giovane donna assunta a messaggera dell’italica bellezza (vogliamo parlarne? Le cassiere dell’Iper di Piazzale Accursio a Milano, sono altrettante avvenenti, se non di più) che non è mai stata a Roma, …Peggio, che non è mai stata al di sotto di Firenze! (che, pure, ha visitato frettolosamente).
Non che una Miss debba per forza aver girovagato per tutta la penisola (non sarebbe male, però, propongo un reality: Runaway miss, vince la ragazza che riesce a camminare da Lampedusa alla vetta del Monte Bianco con un enciclopedia di bon ton sulla testa. Se lo fa cadere, deve ripartire dall’inizio, ma a carponi), ma che almeno sappia qualcosa dell’Italia!
La fulgida Claudia, in un noto ristorante della città eterna, si è azzarda ad affermare che la carbonara “è una pietanza tipicamente trentina”.
Gelo.
Tutti quelli che pensavano che la regione dolomitica fosse famosa solo per la polenta e osei, è stato costretto a ricredersi. Sembra che la luminosa Valsugana (non stiamo facendo ironia sulla polenta) fosse così convinta, che il reporter de “Il Messaggero” che la stava intervistando, si sia arreso all’umido sguardo ceruleo, al sorriso tenero, sicuro, un po’ plastificato, che ricorda da vicino quello di Agostina Belli.
Se mai ci sarà una seconda edizione de La pupa e il cervellone, speriamo sia una versione vip e che, in mezzo alle varie Sara Tommasi, Alessandra Pierelli e Fernanda Lessa., tutte pupe, come dicevamo, da alfabetizzare, ci sia posto anche per Claudia, (che, profeticamente, non sarà ancora diplomata al liceo scientifico Marie Curie di Pergine), da accompagnare, magari, a un geniale chef di insalate di cibernetica.

Vetriolo reality

2 reality al patibolo
Oggi Raidue decide l'eutanasia per Wild West, il reality di Alba Parietti che colleziona dati di ascolto ridicoli. Stessa sorte è attesa, per Reality circus, buttato nell'arena del mercoledì contro L'isola dei famosi e il temibile dr.House. I dati di ascolto di ieri sera, come li riporta Tgcom, danno L'isola della Ventura trionfante con il 25,52% (5 milioni di telespettatori) e Circus con il 15, 47% (quasi 3 milioni). Su Italia 1 il primo episodio di Dr. House fa il 14,65% (3.972.000 spettatori ) , il secondo 17,00%( 4.249.000 spettatori), mentre su Rai 1 L'angolo rosso conquista il 14,07% e 3.368.000.

04 ottobre 2006

Anteprima Scoop

Scoop! Allen dimentica Match Point
Il nuovo film di Woody Allen? Gradevole, divertente, con m
olte battute azzeccate ("mangio, ma non ingrasso. La mia ansia funziona come aerobica"), con reminiscenze di “Misterioso omicidio a Manhattan” e di altri classici del regista americano (c’è pure la Morte di bergmaniana memoria, già vista in “Amore e guerra” e “Harry a pezzi”). Un giallo-rosa innocuo, una commedia di puro divertimento con una coppia di investigatori improvvisati: lo stesso Allen, nel ruolo dell’illusionista Sid Waterman alias Splendini, e la splendida Scarlet Johansson, aspirante giornalista. In “Scoop” si respira la nostalgia per i gialli dell’Hollywood classica, quelli come L’uomo ombra con Myrna Loy e William Powell. E c’è, a ricordare il precedente Match Point, la stessa bionda protagonista, la stessa location, Londra, e una graffiata ruvida sul mondo dorato dei ricchi. Al di là di quel che dice la fuorviante pubblicità di Medusa che lo accosta a “Match Point”, in “Scoop” non troverete alcunchè della magnifica costruzione di quel film, nessuna cattiveria o spietata critica alla società turbo-capitalista e i suoi figli rampanti affamati di denaro. Però passerete un’ora e mezzo spensierata, e sorriderete anche della morte. Allen anche stavolta il suo compitino lo ha svolto egregiamente.

Hollywood Belshazzar - notiziole dagli USA

Bye Bye Muccino
Gabriele Muccino licenziato in tronco. Il regista romano, al lavoro ol
treoceano sul film “A little game without consequences”, interpretato da Cameron Diaz e Jim Carrey, è stato messo alla porta a due settimane esatte dall’inizio delle riprese. La decisione della casa di produzione, la Focus Features, è stata presa dopo che il copione, da Muccino, rielaborando la sceneggiatura dell film francese “Un jeu sans consequences”, ha fatto fuggire sia Carrey che la Diaz. L’avventura americana del regista italiano è quasi una catastrofe: due settimane fa il remake made in Usa de L’ultimo bacio, "The Last kiss", è stato un flop al box office. Adesso Gabriele aspetta con ansia l’accoglienza di "The Pursuit of Happyness", suo primo film americano con Will Smith.

03 ottobre 2006

Il moralista catodico\La pupa e il secchione

E ora il porno vero!
Si parla tanto de "La pupa e il secchione, come esempio di programma di successo che, fingendo di imitare lo schema del reality show, in realtà ne sovverte i principi ispiratori, esibendone i meccanismi di costruzione e di sceneggiatura (nella puntata di ieri un nuovo concorrente, un secchione, ha detto chiaramente che la sua esibizione canora, a base di sigle di cartoni animati giapponesi, era guidata da uno degli autori del programma.In un reality vero questa confessione sarebbe equivalsa a una bestemmia).
Ieri un dotto articolo di Berselli su Repubblica (lo trovate su www.repubblica.it/2006/10/sezioni/spettacoli_e_cultura/pupa-secchione/pupa-secchione/pupa-secchione.html) partiva da quel ragionamento per fornire una spiegazione sociologica di tanto successo.
Io che non ho gli strumenti di Berselli provo a fare un ragionamento più terra terra, partendo da quel poco che ho visto in tv.

"La pupa e il secchione" è un programma per adolescenti in fase masturbatoria (adolescenza intesa in senso mentale, e non anagrafico. Anche un cinquantenne di oggi può essere ancora un adolescente ) e vecchi in andropausa amanti della "bella fica" catodica. Questi sono i primi pensieri che mi sono venuti in mente vedendo ieri sera, dopo le 23, gli spogliarelli delle pupe di fronte a un concorrente. Quelle scene, e il contorno fatto di pubblico festante (ci mancava il "faccela vedè, faccella toccà..."), di presentatori allusivi, di tanga microscopici a "coprire" forme da donnine di Russ Meyer, erano scene-limite. Oltre c'è il "Mi-sex" o "Colpo grosso" con il suo balletto di capezzoli e il pelo pubico en plein air.
Insomma: il successo de "La pupa e il secchione" è determinato non da una formula particolarmente felice, ma dallo sdoganamento definitivo dell'esibizione sessuale in tv.
La riprova? Ieri gli ascolti dello show sono stati medi in prima serata, con picchi del 32% nella seconda parte, quella più "hot".
Tutto questo avveniva non in una tv minore ("Colpo grosso" anni fa andava in onda su "Italia 7"), ma in una delle principali tv commerciali, "Italia Uno", la tv dedicata al pubblico giovane, fatto di bambini, adolescenti, trentenni,ecc. Pubblico che la rete si porta dietro dalle 21 della sera fino alle soglie della fascia protetta, a notte fonda, dove tutto è ormai rappresentabile. E allora che questa tv sia meno ipocrita e superi gli ultimi tabù: si osi la pornografia! Auditel e investitori pubblicitari ne godrebbero.

02 ottobre 2006

La classifica del lunedì di Vetriolo

BLACK DAHLIA CHE DELUSIONE!
Forse tutti i soldi se li sono ciucciati le star, dalla Johansonn in giù, e al povero Brian sono rimaste solo le briciole! Ma in effetti la sensazione è di vedere un film strano, zoppo, senza le sceni madri che il maestro ci aveva sempre regalato. Un film soffocato dalle riprese tutte in studio, un film "pulito" dove il fetore che si respira dalle pagine di James Ellroy evapora di fronte alla fragranza profumata che sprigionano i volti belli dei giovani protagonisti. Non che la pellicola in sè non sia godibile, basta dimenticare che dietro a Black Dahlia ci siano le mani di De Palma ed Ellroy.

LADY IN THE WATER CHE DELUSIONE
Non c'è nemmeno il famoso twist finale, il colpo di scena al quale il regista Shyamalan ci aveva abituato sin dal Sesto senso. Ma a deludere di questa fiaba moderna, dove una ninfa spunta nella piscina di un condominio e un uomo, Paul Giamatti, la protegge, non è la magia dello Shyamalan-touch (che comunque c'è). E' la sua prevedibilità, in ogni senso. Tanto che il regista, per ripararsi preventivamente dalle critiche, ha trovato un espediente. Infilare nella storia un cattivo, un critico cinematografico, che non si stupisce più di fronte alla visione dei film, perchè tutti mancano di originalità. E Lady in the water non fa eccezione!

LITTLE MISS SUNSHINE SE LO PERDI SEI STUPIDO
Una commedia intergenerazionale divertente assai. Una famiglia sgangherata a bordo di un furgoncino scassato in un road movie delirante che ci racconta gli Usa schizzati di oggi meglio di un reportage alla Michael Moore. Mette alla berlina più o meno tutti i cardini della via americana alla felicità. In Usa un successo, in Italia no.

NUOVOMONDO SE LO PERDI SEI STUPIDO
L'Italia lo ha candidato per gli Oscar. Speriamo che ce la faccia questo toccante, anti-retorico e visionario documento poetico sull'immigrazione. Emanuele Crialese rappresenta con rara efficacia il sogno americano degli emigranti italiani a New York. E’ bello, ma il botteghino non l’ha premiato

THE QUEEN NIENTE MALE
Una Helen Mirren strepitosa per un film furbetto e geniale. La furbizia è tutta nello stimolare lo spettatore voyeur a guardare dal buco della serratura di Buckingam Palace dopo la morte di Lady Diana. La genialata del film, che ricostruisce veri e falsi retroscena, consiste nell' appiciccare la patente di miglior servitore di Sua Maestà la Regina al 'rivoluzionario' Blair. Parlando della Gran Bretagna di 10 anni fa, si versa acido muriatico su quella di oggi.

THE ROAD TO GUANTANAMO SE LO PERDI SEI STUPIDO
Una storia vera, un docu-fiction impressionante. Si esce stravolti da T he road to Guantanamo, inghiottiti dallo sgomento per le malefatte dell'Occidente nel nome della lotta al terrorismo. Un film che, proprio grazie alla rozzezza del digitale e l'assenza de tesi precostituite, ha la forza di un reportage e l'impatto emotivo di un horror apocalittico. La Fallaci l'avrebbe odiato!

IL MERCANTE DI PIETRE RIVOLTANTE
Diretto dal 'sofisticato' Martinelli, Il mercante di pietre ha l'estetica di un tv movie da fondo di magazzino e, col suo messaggio (perchè ha un messaggio, proprio come i film politici di sinistra del cinema d'impegno civile), lo spessore culturale di un servizio notturno del TG4. E qual è il messaggio? "Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani!" La Fallaci l'avrebbe adorato.

01 ottobre 2006

Orrori in fascia protetta

Buona domenica strikes again!
Sono in treno e non posso, ahimè, vedere la tv.

Ma gli sgherri del blog mi hanno avvertito che la domenica pomeriggio di Canale 5 non ha deluso le aspettative degli amanti del brivido. Costanzo continua ad ospitare le vittime dell'ingiustizia, umana, giudiziaria, o catodica. Oggi sull'arena benevola del talk show del baffuto presentatore è scesa la povera Vanna Marchi. Più tardi, sulla stessa rete, è comparsa una finestra su "Circus", il moribondo reality che le tenta tutte pur di sopravvivere ancora qualche settimana. Per affezionare gli spettatori, si è vista volteggiare su un trapezio, a cinque centimetri da terra, la Signora Valeria Marini. Le telecamere non hanno risparmiato niente allo spettatore, nemmeno i lividi giganteschi sulle gambe della suddetta Signora. Cosa mi sono perso!