20 ottobre 2006

Grindhouse-il doppio spettacolo di Vetriolo

Veleno su Lovecraft
(Parte la nuova rubrica di (Blog)Vetriolo dedicata agli inediti in dvd. Tutta roba di genere che non ha meritato l’onore della sala. Il titolo è un omaggio al doppio film di Tarantino-Rodriguez, chiamato appunto Grindhouse. A recensire queste delizie è stato assoldato il masochistico Donnie Livore. C’è anche l’intervallo!)

Doppio spettacolo, doppio gusto! E c’è ancora più soddisfazione nel rovistare tra i film che godono di uno status di inedito! Ma non per forza quello del cestone convenienza dell’Auchan dove in mezzo ai vari Avo Film si trovano magari anche QUARTO POTERE in versione Ermitage (quella con il master che fugge via dal televisore, tanto è rovinato) o DUE SCONOSCIUTI, UN DESTINO della Quinto Piano! Se guardate bene sugli espositori, svelti perché tra poco sicuramente spariranno, ci sono due titoli interessanti usciti recentemente. Due titoli diversi in tutto ma uniti dalla tematica: le antiche tradizioni popolari, le arcaiche credenze, possono far paura anche oggi? Vi suona male?

PRIMO SPETTACOLO
…pensate a ROAD TO L, uscito per Raro Video. Italiano, girato tre anni fa in, neanche a dirlo, digitale, il film segue una sparuta troupe di ragazzi alla ricerca di indizi tangibili che comprovino la presunta permanenza nel Polesine di H.P. Lovecraft, decano di un horror carnale e mitologico figlio, sembrerebbe, delle atmosfere rarefatte e disturbanti delle tradizioni popolari del Delta del Po.ROAD TO L. (la strada per Lovecraft o per Loreo paesello dove il film si svolge?) è un di mockumentary-horror, ovviamente sullo stile de BLAIR WITCH PROJECT, che parte bene, forte di un’idea affascinante e più solida di quanto possa sembrare, per perdersi definitivamente in ripetizioni (quanto nastro sprecato alla ricerca di un’atmosfera), ingenuità e lentezze degne delle sconfortanti piattezze del paesaggio. Non avvince nemmeno il finale quando, per un momento, si intravede il mostro lovecraftiano-rovigotto, una sorta di uomo-anfibio uscito dalle leggende del luogo. Dopo i novanta minuti di ROAD TO L., se si va, potreste guardare il risultato degli sforzi (e dei pericoli di cartapesta) affrontati dalla troupe. Prodotto da Studio Universal, il documentario non è niente male. Non dice niente di sconvolgente, non lo fa in maniera nuova ma riesce a coinvolgere. E poi, per un attimo, c’è Eraldo Baldini (decano moderno del gotico rurale) che non concede interviste molto spesso!
TITOLI DI CODA A film by Federico Greco e Roberto Leggio ROAD TO L. con Federico Greco Roberto Leggio Fausto Scialappa

INTERVALLO ATTUALITA
’Matthew McConaughey e Lance Armostrong non sono gay. Dopo un’estate, quella della rottura di Matthew con la deliziosa Penelope Cruz, durante la quale le due star sono stati inseparabili (insieme all’altro amico Jake Gillenhall, talmente credibile nella parte del gay da meritarsi una nomination all’Oscar). "Ci siamo divertiti a leggere i gossip che ci riguardavano, sui tabloid" ha detto Matthew!

SECONDO SPETTACOLO
Le luci tornano a spegnersi…Lo schermo è invaso da un’altra palude, quella di una sperduta località in Louisiana… Candele accese durante un rito si alternano alla serata noiosa di alcuni teen ager al solito (l’unico) fast food… Comincia così VENOM di Jim Gillespie, che, stranamente, non è uscito nelle sale ufficiali. Non che se lo meritasse, ma il regista, dopo il film-tormentone SO COSA HAI FATTO?, ha un certo credito tra gli splatter-dipendenti. Gillespie, sempre supportato dalla Miramax, ha lavorato di grana grossa su un pessimo script di Kevin Williamson (SCREAM la sua cosa migliore, non c’è bisogno di dirlo). Il solito gruppo di ragazzi devono morire nei peggiori dei modi. Per cambiare un po’, c’è un mostro morso da serpenti vodoo pronto a uccidere. Non fatevi tradire dal fascino dell’ambientazione e del vodoo haitiano. Tutto è un pretesto per arricchire una trama elementare e banalotta (con qualche citazioni da Bava sparsa qua e là – il sepolcro che contiene tutti i morti è la risposta alla vasca da bagno di REAZIONE A CATENA-) che fanno sembrare un’ora e quindici minuti (tagli della produzione? Meno male!) davvero interminabili. Qui l’unico venom (veleno) consigliato è un Tavor per sopportare dialoghi ai minimi, attori fuoriparte, climax completamente sbagliati. La solida (un po’ allampanata) Agnes Bruckner (già vista nella serie 24) merita altre possibilità (vedere per credere il nuovo Lucky Mckee THE WOOD, proiettato solo al Ravenna Nightmare Film Festival, a due passi dal Delta del Po)
TITOLI DI CODA A film by Jim Gillespie VENOM con Agnes Bruckner Jonathan Jackson Bijoux Philips

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