30 novembre 2006

La terza madre
Ecco la prima foto, pubblicata da Fangoria, del prossimo film di Dario Argento, La terza madre, seguito ideale di Suspiria e Inferno. Dario Argento torna alla sua consuetudine preferita, fare la mano dell'assassino. Il film è in lavorazione a Torino e dintorni, e vede riunita tutta la famiglia Argento: oltre a Dario, c'è Asia e, grande ritorno su un film del Maestro del brivido, la grandissima Daria Nicolodi. Incrociamo le dita: Dario alterna prove pessime (praticamente tutti i film degli ultimi dieci anni) con altre leggermente migliori (uno dei telefilm americani Masters of horror - il primo, non il secondo, orrendo - e il tv-movie per la Rai Ti piace Hitchcock?). Incrociamo le dita e speriamo che l'evocazione della terribile Mater Lachrymarum porti Argento alle vette del suo cinema dei primordi.

Cavolate

Shining, un'altra stupida commedia americana
Sì lo so, è un vecchio video che passa da mesi su Youtube, ma l'ho scoperto adesso!
Come persino il terrificante Shining possa essere venduto come una commedia per famiglie...buon divertimento e, dovunque tu sia, scusaci tanto, Stanley!


La recensione di “Uccidete la democrazia!”

A Deaglio non piace la bufala

Inquieta “Uccidete la democrazia!”, l’ormai celebre documentario di Deaglio & Cremagnani. Presentato per l’ennesima volta ieri sera in un affollatissima proiezione alla Camera del lavoro di Milano, ha strappato applausi a scena aperta. Perché non è uno strumento di propaganda politica. E’ un’intrigante inchiesta giornalistica. E il pubblico l’ha capito, tanto che non si è lasciato affatto intimidire dall’intervento dei magistrati romani che hanno indagato i due autori per diffusione di notizie false e turbativa dell’ordine pubblico. Al di là dell’incriminazione, tutti hanno voglia di sapere di più su quello che è davvero successo quella notte del 10 aprile. Perché Deaglio e Cremagnani la Gola Profonda - che nel film ha il volto di Elio De Capitani e racconta che quella famigerata notte a Palazzo Grazioli, la residenza privata di Berlusconi lui c’era - l’hanno incontrata davvero.
Quella notte e gli strani fenomeni che si sono prodotti il documentario li snocciola tutti, e non solo le celebri schede bianche che, in questa tornata elettorale, crollano. C’è il Ministero degli Interni abbandonato da Pisanu – che passa tutta la sera nella residenza privata di Berlusconi; ci sono i dati che a un certo punto al Viminale non arrivano più, soprattutto dalla Campania, tanto che i Ds mandano i loro militanti nelle prefetture della Regione (e subito dopo i dati tornino ad affluire); c’ è l’improvvisa e strana sostituzione dei prefetti di una dozzina di città a una settimana dal voto; c’è quel costante recupero di mezzo punto - ad ogni rilevazione del Viminale – che fa sì che il centrodestra diminuisca in fretta e furia il suo svantaggio rispetto alla sinistra (come è possibile?). C'è la quasi certezza che l'Unione sapesse dei brogli e abbia mandato Fassino in tv a dichiarare la vittoria prima che lo facesse Berlusconi. Tanti indizi non fanno una prova, però fanno più di un sospetto. Secondo Deaglio e Cremagnani la vittoria del centro-sinistra la si deve – surprise! - proprio a Pisanu. E’ lui a opporsi a Berlusconi che vuole fermare tutto e ricontare i voti per decreto legge. E’ lui che, pur sapendo dell’arresto imminente del boss della mafia Provenzano, aspetta che le urne siano chiuse, avvantaggiando di fatto l’Unione (Deaglio ieri sera ha riportato una dichiarazione del vice-direttore dell’Espresso che già da Marzo sapeva che Provenzano sarebbe stato arrestato. La copertina del settimanale era pronta il venerdì prima delle elezioni!). Di questo e altro parlerà il prossimo numero del Diario, con tutti i documenti che i due autori hanno portato ai pm di Roma, ma che i magistrati non hanno desiderato acquisire. A loro interessava altro: interessava non la luna, grossa, enorme, interessante da indagare, ben indicata dal dito di Deaglio e Cremagnani. A loro interessava il dito!

29 novembre 2006

il caso Deaglio

Mentre c'è chi invoca l'espulsione dall'Ordine dei giornalisti di Enrico Deaglio (che stasera parlerà in pubblico, alla Camera del Lavoro di Milano), ed altri attendono che il dvd "Uccidete la democrazia" venga ristampato, qualcun altro ha smontato la tesi principale del documentario "Uccidere la democrazia". Qui potete leggere tutte le argomentazioni.

28 novembre 2006

Brogli e giornalisti

Brogli, Deaglio indagato
(da Repubblica.it) Enrico Deaglio è indagato dalla procura di Roma per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico. Lo ha annunciato lo stesso responsabile di Diario.Nel pomeriggio il giornalista e Beppe Cremagnani, autori di "Uccidete la democrazia", film-documentario nel quale vengono denunciati presunti brogli in occasione delle ultime elezioni politiche, erano arrivati in Procura, per essere sentiti come testimoni dai pubblici ministeri Salvatore Vitello e Francesca Loy, titolari dell'inchiesta giudiziaria aperta alcuni giorni fa.Subito dopo avergli comunicato che assumeva la veste di indagato, Deaglio è stato informato dai magistrati che l'interrogatorio veniva sospeso e che prossimamente dovrà presentarsi in Procura accompagnato da un difensore.

27 novembre 2006

WeBBBRutto!!!

Aliens fastidiosi? Il rimedio c'è!
Esistono siti peggiori di (Blog)Vetriolo? Sì sì, siamo in buona compagnia: la mamma del brutto, dello stupido, del folle e del peggio del peggio su Internet è sempre incinta. Ogni settimana, nella nuova rubrica WeBBBRutto!!!, un sito di merda scelto per voi da (Blog)Vetriolo.
Questa settimana: Stop alien abductions
Come sapete, uno dei problemi più angoscianti dell'umanità è il continuo rapimento di umani da parte di entità aliene. Per evitare tutto questo il sito Stop Alien Abductions ha escogitato un rimedio a portata di tutti: il casco anti-rapimenti. In pochi minuti, utilizzando la pellicola Velostat delle 3M, potrete stare al sicuro. Le onde telepatiche che gli extraterresti utilizzano per paralizzare gli uomini saranno bloccate dal casco. Dappertutto - assicura il sito - adulti e bambini, in Australia, in America, in Canada, nel Regno Unito e in Sudafrica portano con successo il casco anti-alieni. E' ora che anche gli italiani si sveglino! Se avete rogne con gli alieni, se volete evitare che marziani vi infilino nel culo una delle loro sonde malefiche, Stop Alien Abductions è il sito che fa per voi!

Contro la censura

Berlusconi censurato 3


(Blog)Vetriolo sfida la censura di regime subìta ieri da Silvio Berlusconi e trasmette il video del malore di Montecatini. E alcuni bei messaggi di auguri e d'amore dal sito di Forza Italia.

da: giuliana bufarini Carissimo presidente,le giunga il mio più sentito pensiero,accompagnato dalle mie preghiere,stima e affetto che sento per Lei.Le voglio tanto tanto bene,un bacio.Giuli
da: PASQUALE ABATE SONO UN GRANDE ESTIMATORE DEL CAVALIERE. SPERO CHE SI RIMETTA PRESTO. VORREI TANTO CHE CI AIUTASSE. SONO UN LIBERO PROFESSIONISTA E LE COSE A BARONISSI (SA) VANNO MALE
da: Roberta!! silvio ti prego guarisci senza di te...non c'è nessuna speranza per cambiare questo Paese che sta diventando uno schifo!!! GUARSICI!!CI VEDIAMO A ROMA!! ROBY86-COMO
da: tony 1981 ci siamo visti alla fiera del levante a BARI,silvio mi manchi troppo,sei UNICO E GRANDE tvb
da: Lilly Un augurio di cuore a on.le berlusconi per un pronto rientro.
da: Pivu Tanti auguri di pronta guarigione. Vai Silvio, non mollare...mai molà
da: gennaro pucci carissimo presidente spero che stia bene perche anzi personalmente le auguro di tornare in sella al piu presto in modo di non lasciarci in mano ai lupi
da: antonio scalco Dite a Berlusconi di darsi una calmata, è magro e stanco, ci serve al comando per almeno altri 10 anni! Saluti
da: cecilia ti voglio un mondo di bene
da: Lisa 10 minuti senza Berlusconi sono stati eterni e terribili. Ieri più che mai abbiamo capito quanto Silvia sia importante. Forza Silvio !!!
da: angelo da Palermo
augurissimi Presidente, mi sono commosso e preoccupato come fosse accaduto a mio papa'!
da: ELISABETTA forza silvio, non mollare.ABBIAMO ANCORA BISOGNO DI TE. NON VEDO ALTRI, PURTROPPO, CON LA TUA STESSA FORZA. CHI LI MANDA A CASA QUESTI COMUNISTIììììììììì
da: daniele PRESIDENTE RIPRENDITI PRESTO.... SENZA DI TE L'ITALIA FINISCE.....
da: nilde - alessandra Caro Presidente, "vir e te ripiglià, pecchè senza e te nu se po stà"
da: salvatore vietri riparti alla grande perchè voglio vedere le facce dei comunisti sempre più tristi
da: F.I=amore Silvio, guarisca presto. NB: sono cattolico, voto FI, fui triste quando mancò il Papa, ma pure quando mancò Berlinguer. Per me la politica non sarà mai odio. Paolo S.
da: Terry Siamo talmente fragili in questo periodo che queste notizie ci ammazzano.Forza Silvio hai tutto il ns.sostegno xhe' torni in piena forma un grande bacione Terry
da: Sabino Di Martino Caro presidente abbia cura di Lei e sappia che ieri ho pianto.La aspetto più forte di prima è lei l'ultima salvezza per l'Italia.Sabato tutti a Roma.Pronta guarigione
da: maritano marco Sono veramente rammaricato per il Vs malore, sicuramente dovuto al repentino sforzo per contrastare la prepotenza prodiana dittatoriale. Tanti auguri Maritano
da: Francesco GiaquintoForza Presidente ,l'Italia ha bisogno di te,liberaci da questo governo oppressore.Forza SILVIO

(dal sito di Forza Italia)

La classifica del lunedì di Vetriolo

Il labirinto del fauno SE LO PERDI SEI STUPIDO
La piccola Ofelia, per fuggire dall'orribile realtà in cui vive (la Spagna fascista di Franco e un patrigno crudele, uomo del regime), sceglie la strada della fantasia. In quel mondo, popolato di creature fantastiche, può trovare la via d'uscita. Verso la felicità o verso la morte. Uno dei più bei film dell'eclettico Guillermo del Toro (Blade ed Hellboy), uno dei film più strani e incredibili
mai fatti che potrebbe dare vita a un nuovo filone, il fantasy anti-fascista.

Marie Antoinette SOLDI BUTTATI
Ma quanto è brava Sofia Coppola a dare l'idea della soporifera vita a Versailles della “povera” ragazzina Maria Antonietta. Così brava da aver partorito un film altrettanto narcotico che, per tutta la prima metà, si concentra sul tema: riuscirà l'adolescente disperata a scopare il fidanzato nerd, il delfino di Francia? Per chi non conosce la Storia, il tema è assai goloso, quasi quanto la futura regina (s'ingozza di dolci fino a perdere la testa). Sofia Coppola firma il suo Tempo delle mele n.2 (il primo era l'assai più bello Il giardino delle vergine suicide), vacuo come il rutto di Asia Argento nel film, e Kirsten Dunst si conferma l'attrice più inutile della Terra.

Shortbus SE PO' FA'
L'unico rimedio a Bush e Cheney? Fare sesso, meglio se in più di due, meglio ancora se bisex. Questa la filosofia spicciola (molto anti-Ratzinger e Binetti) dell'americano Shortbus. Il film piace alle donne e ai gay, molto meno agli etero e ai normodotati. Ha almeno un merito: aver sdoganato nella censura italiana il tanto vituperato "membro in erezione", come lo chiamano le commissioni addette a vietare i film.

Flags of our fathers CAP
OLAVORO ASSOLUTO
Altro che la mielosità di Salvate il soldato Ryan. Clint rovescia come un guanto la retorica patriottica di Spielberg e distrugge il mito della "guerra giusta". Flags of our fathers non è un film sugli atti eroici compiuti nella battaglia di Iwo Jima. E' un film sulla propaganda mediatica, sulla manipolazione, ad uso e consumo dei media e del governo, e sulla strumentalizzazione dei soldati (gli eroi) ad uso e consumo patriottico. Da rivedere in eterno.

The departed CAPOLAVORO ASSOLUTO
Gran film. Erano anni che Martin Scorsese non firmava un’opera così avvincente, così fluida che non ti accorgi neanche che supera le due ore e mezza. Il bello è che non pare Scorsese, tanto la macchina da presa è discreta ed al servizio di un storia degna di una tragedia vittoriana. La musicalità di The departed è scandita dal montaggio, dai dialoghi, dai corpi di un nutrito gruppo di attori che sullo schermo fa scintille. E non parliamo solo dei protagonisti, il poliziotto buono e sfigato, costretto a fare l'infiltrato (Di Caprio), il poliziotto yuppie e corrotto (Matt Damon) e il criminale folle e carismatico (Jack Nicholson). Ci sono un Mark Wahlberg da antologia (le sue battute sboccate sono fulminanti), un Martin Sheen commovente e un Alec Baldwin grasso e unto da urlo.

Children of men SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che sorpresa il film di Alfonso Cuaròn Bugliani. Non tanto per la storia in sè (i bambini non nascono più, ma per un miracolo una donna resta incinta. Chissenefrega!) ma per l'atmosfera apocalittica del futuro prossimo venturo (c'è una Londra che sembra Baghdad) dove al posto dello Stato di diritto c'è uno Stato di polizia e di guerra permanente (l'immigrazione è un crimine e lo Stato è fascistizzato, e qui i punti di contatto con V for vendetta sono evidenti). Ma soprattutto per una regia straordinaria, con dei piani-sequenza folgoranti e impossibili. Peccato per il finale Peace & Love.

Il vento che accarezza l'erba SE PO' FA
Vincitore del festival di Cannes, l'ultimo film di Ken Loach ricalca il suo Terra e libertà. Un Loach quasi irriconoscibile per lo stile (e i soldi che si è potuto permettere in questa produzione) per una storia in cui i buoni e cattivi, nella guerra d'indipendenza irlandese, si confondono. Si può uccidere il tuo compagno, il tuo amico in nome di una guerra giusta? E' lo stesso interrogativo che il miglior cinema del momento ci rivolge. Loach calca la mano e ci fa toccare con mano le torture degne di Abu Ghraib. Tema stimolante e ricattatorio.

L'amico di famiglia SE LO PERDI SEI STUPIDO
Pochi riuscirebbero a mettere in piedi un film completamente incentrato su un protagonista laido e schifoso (un altro l'aveva fatto prima di perdersi, Garrone con L'imbalsamatore). E' raro parlare con tanta grazia, tecnica visionaria e profondità di una piaga sociale come l'usura senza scadere nel cinema sociale o nel filmetto impegnato. Sorrentino fa una grande commedia grottesca, scritta da Dio, con momenti (tanti) di pura bellezza. Poco male se poi il finale è quello che è e va un po' a puttane. Giacomo Rizzo, il lercio usuraio, è grandioso!

Babel SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che ansia! Pochi film recenti atterrano lo spettatore come questo abile, cinico, ben fatto Babel. E vuoi che l’angoscia che attanaglia i personaggi di queste tante storie tra loro intrecciate, dagli Usa al Messico, dal Marocco al Giappone, finisca presto.Per chi pensava di ammirare la bellezza di Brad Pitt non entri in sala. Brad è, per esigenze di copione, invecchiato. Ma è bravissimo. Morale vecchia come il cucco:se perdi tutto, quel che ti resta è l’amore (declinato in tutte le sue forme tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra marito e moglie,ecc.). Però questa volta ci credi!

La sconosciuta SE PO' FA'
Un Tornatore che per la prima metà non sembra nemmeno Tornatore. Ed è un pregio. Niente sviolinature, nemmeno stilistiche. Tutta la maestria del buon Peppuccio è al servizio della storia e di una suspense mozzafiato degna di un thrilleraccio di genere (chi è la protagonista.? Perché ha tirato giù dalle scale una povera governante dagli occhi buoni?Di chi vuole vendicarsi o cosa sta cercando? Perché Michele Placido è così disgustoso? ) Peccato che poi, quando la storia tende a dipanarsi, tra un colpo di scena più incredibile dell’altro (non tutti buoni però, l'inverosimile è in agguato. Ma questo fa tanto b-movie, anche se Peppuccio non lo ammetterà mai!) esce fuori lo zucchero e il miele da Mulino Bianco di Tornatore, e ti intristisci un po’ e non te ne frega più niente.

Malori e privacy

Berlusconi censurato 2
Nel rispetto della Privacy. Con questa assurda decisione i Tg di Mediaset si sono rifiutati di trasmettere la sequenza del malore di Berlusconi. Questa assurda decisione è stata benedetta dallo stesso Garante della Privacy Pizzetti, ospite del Tg4 di Fede. Di assurdità in assurdità partono gli attacchi di sciacallaggio da Mediaset a SkyTg24 che quelle immagini ha trasmesso e ha venduto alle agenzie di mezzo mondo. La privacy non c'entra niente, come dovrebbe sapere il Garante Pizzetti. Non c'è nulla di lesivo della dignità umana di un'immagine di un uomo pubblico nella sua veste di leader dell'opposizione in una manifestazione politica aperta al pubblico (tanto che erano presenti le telecamere di tutti i tg a riprendere la scena). Questo dice la legge sulla Privacy, vanamente invocata dai direttori dei tg Mediaset ( e che magari si vorrebbe rispettata quando si trasmettono immagini di poveri cristi in tv, ad esempio il video di Google col down vittima dei bulli). Poi ci sono le valutazioni politiche e le scelte giornalistiche. E, per limitarci solo alle seconde, non trasmettere l'impressionante sequenza di Berlusconi che si accascia e che dichiara al mondo il suo essere mortale - lo stesso Berlusconi che ha sempre sbandierato la sua presunta immortalità (ribadita ieri da Scapagnini, il suo medico personale) e che della perfezione della forma fisica, del benessere del corpo, della bellezza da conquistare anche a costo di trapianti e aggiustamenti ha fatto una bandiera filosofica e politica - equivale a un buco giornalistico. Ma, forse, le notizie non sono la principale preoccupazione dei Tg Mediaset.

26 novembre 2006

Malori e veleni

Berlusconi censurato!
Incredibile! Ha ragione lui, il regime e la disinformazione hanno colpito ancora. Silvio Berlusconi con il suo malore monopolizza l'attenzione di una domenica pre-natalizia, fa venire il crepacuore a mezza Italia attaccata alla tv all'ora del pranzo festivo e il Tg5, il più importante tg privato cosa fa nell'edizione delle 20? Non fa vedere nemmeno mezza immagine del momento in cui Berlusconi si affloscia si e collassa. No, il Tg5 in un memorabile servizio dell'inviato a Montecatini fa vedere solo il prima e il dopo. La stessa scelta era stata presa, alle 18 e 30 da Studio Aperto su Italia Uno. Una scelta di rispetto? Ma se tutte le tv avevano fatto vedere la sequenza in tutte le salse!?(addirittura Skytg24 in loop!). Nemmeno Saddam o Fidel Castro con le loro tv avrebbero potuto fare meglio. No, questa è censura. Berlusconi è stato censurato, la libertà è in pericolo. Ha ragione lui. Non ci credete? Guardatevi i servizi: www.studioaperto.mediaset.it/inostriservizi.shtml www.tg5.mediaset.it/video/2006/11/vedivideo_11506.shtml
Il video senza censure lo trovi qui



25 novembre 2006

Cavolate

Le All Saints svaligiano Berlusconi
Ecco il video di cui i giornali e i blog parlano, quello delle All Saints che rapinano una banca (Banca dei Fortunati) il cui direttore si chiama Benito Berlusconi. Perchè questa stramba scelta? Quale temibile artistoide italico di sinistra si nasconde dietro questo polemico e irriguardoso ritorno del gruppo inglese?Aspettiamo risposte, la politica trema. Buona visione.

Betulla returns?

Farina di che sacco?
Questo articolo, che ha scatenato le ire di Diliberto contro Libero, è stato pubblicato venerdì 24 sul quotidiano diretto da Feltri. Alcuni addetti ai lavori sospettano fortemente (vedi Dagospia) che dietro lo pseudonimo Dreyfus si nasconda il vice-direttore Renato Farina alias agente Betulla, sospeso dall'attività giornalistica per 6 mesi dall'Ordine. Se fosse vero sarebbe assai disdicevole. Qualcuno, Feltri o Sallustri, possono rispondere a questa domanda? Dreyfus è Farina? E se si, perchè lo fate lavorare? Si attendono risposte.

IL GOLPE DI DILIBERTO di Dreyfus
Ecco il documento integrale del Pdci in cui il segretario spiega ai compagni come abbattere Prodi, Rutelli Fassino e tingere di rosso l'Italia
Il documento che presentiamo è la trascrizione della relazione del segretario Oliviero Diliberto al Comitato centrale del Partito dei comunisti italiani (Pdci). Sembra carne di mammut appena tirata fuori dai ghiacci siberiani. Magari fosse così. Purtroppo l'autore di questo pronunciamento è un comunista oggi al potere in Italia. Dà ministri e sottosegretari a Prodi. È decisivo per la maggioranza. Ha influenzato pesantemente le scelte del nostro Paese. Però non gli basta. Vuole di più. Vuole «il sovvertimento dei rapporti di classe». Sembra di sentir parlare Berlusconi quando parla dei comunisti. Diliberto è chiaro: «Sembra che questa parola "comunisti" sia l'orsetto di peluche, ma non è così eh! È una cosa più tremendamente seria». Finalmente può essere sincero: «Tanto noi facciamo le riunioni a porte chiuse», sibila. Libero lo ha ascoltato. Qui ne offriamo il testo integrale, ognuno si faccia l'idea che può. A noi alcuni punti di tattica politica paiono chiari. Prodi durerà un anno, due anni al massimo. Per ora - a voler usare un'espressione di Berlusconi raccolta da Alessandro Sallusti «manca il killer».
(l'articolo completo lo trovate su Libero)

24 novembre 2006

Giornalismi

Carta straccia

Che accidenti sta succedendo tra i giornalisti italiani?
Riepiloghiamo i fatti degli ultimi giorni: i quotidiani di centro-destra Libero e
Il Giornale si prendono a pugni in faccia (Facci contro Feltri, Facci contro Renato Farina, Feltri contro Facci, Belpietro contro Farina e Feltri).
Due notissime conduttrici tv, Cesara Buonamici ed Anna La Rosa, vengono sospese dall'Ordine dei giornalisti del Lazio per 6 mesi.
Su Libero appare un retroscena su una cena con Berlusconi in cui il leader di Forza Italia annuncia che non tornerà più a Palazzo Chigi. Subito dopo il portavoce di Berlusconi Bonaiuti (anche lui giornalista) smentisce ("panzane") e Libero lo querela.
Il Giornale di Belpietro stamani pubblica a tutta pagina una notizia falsa, infondata, verificata male (''La Turco vuole l'eutanasia per legge''), poi chiede scusa (la proposta di legge sull'eutanasia non l'ha proposta il Ministro della Salute Livia Turco, nè avrebbe potuto perchè componente del governo. L'autore è un deputato "quasi" omonimo, Maurizio Turco della Rosa nel Pugno) e la Ministra, per vendetta, chiede la testa del direttore. Belpietro in un attimo rivolta la frittata e si trasforma da carnefice in vittima (''Un ministro che chiede le dimissioni di un direttore di un giornale e' molto piu' grave del nostro errore. Le dimissioni, semmai, le chiede un editore. D'altro canto, malgrado le mie pronte scuse, da un ministro incompetente come la Turco non potevo aspettarmi di meglio. Solo livore, insulti e maleparole").
Panorama pubblica una bufala su un videogioco (ne abbiamo parlato fino alla noia) e tutti i politici, giornalist e sociologi ci cascano in piena.
Massimo Mucchetti, vice-direttore del Corriere della sera pubblica un libro per Feltrinelli (e non, attenzione, per la casa editrice del Corsera, la Rcs!) un libro in cui parla del Corrierone.
Intanto Repubblica - evento mai successo prima! - da due giorni esce, per protesta contro la posizione degli editori sulla vertenza contrattuale, senza le firme dei giornalisti, ma pochi, anche tra i lettori, se ne accorgono.
Per non parlare dei litigi tra Lorenzo Del Boca, Presidente dell'Ordine Giornalisti, e la stessa Repubblica, pubblicati a puntate sul quotidiano romano.
E intanto il procuratore di Potenza John Woodcock sta preparando una nuova inchiesta, Giornalistopoli.
Ripeto: che sta succedendo nel rutilante mondo dei giornalisti italiani?

anteprime

The Good german è una boiata pazzesca?

Pare che The good german, il dramma bellico in bianco e nero ispirato assai a Casablanca, diretto da Steven Soderbergh e interpretato da George Clooney, abbia schifato e deluso uno sparuto gruppo di giornalisti e critici invitati a una proiezione super-riservata. Sorte completamente diversa per The blood diamond, con Leo Di Caprio e la bellissima Jennifer Connelly. Entusiasmo generale! Chissà se le recensioni sui giornali saranno conformi.

Brogli in dvd

Uccidete la democrazia? Esaurito
La recensione prevista per oggi di "Uccidete la democrazia", il documentario di Deaglio, Cremagnani e Oliva sui brogli elettorali (veri o presunti?), è saltata. Alle 9 del mattino il dvd è già esaurito, almeno a Milano. Ingenuamente non avevo prenotato la mia copia(mentre altri lo hanno saggiamente fatto), ingenuamente non pensavo che interessasse molto.
Forse anche Deaglio & c. non ci hanno creduto tanto e hanno distribuito pochissimi dvd. Sbrigatevi a stamparne altri!!!

23 novembre 2006

Lutti cinematografici

Addio a Noiret

E due, e in pochi giorni. Stanno morendo come funghi. Dopo l'81enne Robert Altman, un altro indimenticabile protagonista del cinema è scomparso, l'attore francese 76enne Philippe Noiret. "Una razza d'attore in via d'estinzione", ha dichiarato un altro grandissimo, Mario Monicelli. E tra le centinaia di interpretazioni toccanti, emozionanti, divertenti (Blog)Vetriolo vuole ricordare proprio quella mirabile del toscanaccio in Amici miei, quel giornalista del quotidiano fiorentino La Nazione con il figlio rompicoglioni. Un ricordo unito a un rimpianto. Non averlo mai incontrato.


Brogli elettorali?

Uccidete la democrazia? Indaga la procura


Non è ancora stato diffuso e fa già polemica. "Uccidete la democrazia", il documentario sui presunti brogli elettorali che uscirà in edicola domani allegato al settimanale "Il Diario", è già oggetto di attenzione dei magistrati. Infatto dopo la proiezione ieri a Roma di fronte a un pubblico di politici e giornalisti, la procura romana ha aperto un fascicolo. Che sia la volta buon adi chiarire la questione una volta per tutte? In attesa di vedere il film, gustatevi il trailer

Giornalismi

Panorama copione

Vi ricordate la copertina di Panorama di dieci giorni fa?Quella in cui si allarmava l'opinione pubblica criminalizzando un videogioco? Ci sono cascati tutti, pure il Ministro della Giustizia che ancora oggi bofonchia sui videogiochi malapianta sociale (pare che ormai gli episodi di bullismo nascano grazie ai videogiochi. Ma sull' "emergenza bullismo" ci sono altre puntualizzazioni da fare. Le faremo prossimamente). Ora pare che quel pezzo fosse una scopiazzatura. Una novità? Nulla affatto. Il giornalista è spesso il maestro del "Cut and Paste". Che succeda in un settimanale autorevole come Panorama è alquanto assurdo. Ben vengano allora gli scopritori di copie. Ma c'è di più, leggete l'articolo apparso sul forum di Gamesradar.

L'articolo pubblicato su Panorama riguardo al caso Rule of Rose ha suscitato non poche reazioni tra i videogiocatori, per il modo inammissibile con il quale è stata condotta l'analisi del gioco in questione (lascia perplessi la copertina: "I Nuovi Videogiochi: Vince chi seppellisce viva la bambina") e per la presenza di una serie interminabile di "castronerie" riguardo il mondo dei videogiochi violenti, che includono errori di traduzione, generalizzazioni di prodotti non paragonabili dal punto di vista contenutistico, notizie e considerazioni errate derivanti dall'evidente disinformazione e incompetenza dell'autore dell'articolo.
In questo thread non troverete le mie considerazioni sul caso (sono più o meno d'accordo con i pareri espressi nell'altro thread presente in questa sezione), bensì delle osservazioni fatte da me e un mio amico (Eclipse, che si è accorto per primo delle "somiglianze") leggendo l'articolo di Panorama e la recensione di chrissdaril di Rule of Rose.
Sostanzialmente, l'articolista di Panorama, Guido Castellano, ha preso spunto dalla suddetta recensione, per non dire che ha letteralmente copiato numerosi spezzoni dell'articolo apparso nella sezione "Redattori per gioco" di questo forum.
Addirittura interi paragrafi sono stati copiati senza alcun ritegno, altri invece sono stati storpiati a piacimento, capovolgendo volutamente il senso delle frasi.
Ecco un riepilogo degli spezzoni incriminati:
28-03-2006, chrisdarril nella sua recensione scrive:
Citazione:
chrisdarril
Il fattore “servo” che insegue e aggredisce Jennifer per volere delle ragazze… il terrificante insegnante che si ritrova legato da resistenti funi nel capannone del dirigibile con un cervello ormai privo di cellule e neuroni... e la povera cameriera che muore dopo una scena atroce per mano di tanti piccoli esserei demoniaci. Questi si chiamano i soggiogati. Sfortunatamente per Jennifer anche per lei verranno riservati dei veri e propri atti blasfemi del tipo: essere calpestata in viso da piedi sporchi, costretta dal dover venire a contatto ravvicinato con ratti di campagna, insetti e piccoli mostriciattoli, venir inzuppata fracida, sepolta viva, e obbligata a dover metter un dito in bocca ad una delle fanciulle.

Ed ecco qui l'articolo di Panorama, il giornalista copia e incolla tutto quel pezzo cambiando qualche frase di secondaria importanza:
Citazione:
Guido Castellano
C'è il servo, grande, grosso e ansimante, che insegue e aggredisce Jennifer per volere delle aristocratiche; il terrificante insegnante che si ritrova legato da funi in un capannone con un cervello ormai privo di cellule e neuroni; e la povera cameriera che muore dopo una scena atroce per mano di tanti piccoli esseri demoniaci.
Mentre Jennifer viene calpestata in viso da piedi sporchi, costretta al contatto ravvicinato con topi, insetti e piccoli mostriciattoli, o infradiciata e derisa.
Inoltre in una delle didascalie dell'articolo si legge:
Citazione:
Guido Castellano
In alto, Diana è una leader negative delle bambine che popolano la casa. Si fa chiamare la Duchessa e, sotto, Meg è la classica ragazzina occhialuta appassionata di libri. Si fa chiamare la Contessa.
Mentre l'utente del forum aveva scritto, sempre a commento di una didascalia:
Citazione:
chrissdarril
Meg (Contessa), la classica ragazzina occhialuta appassionata di libri. Nonostante sia molto istruita e caparbia, si fa sempre soprassedere da Diana.
Continuando, questo bellissimo paragrafo della recensione di chrisdarril:
Citazione:
chrisdarril
per giungere al bocciolo bisogna però compiere un viaggio arduo irto di pericoli e sofferenze, le spine fitte e aguzze. Come tante mani che si stringono in un girotondo di sentimenti ed emozioni, i petali sono legati l’un l’altro. Se si stacca un petalo, rimane ben visibile l’altro…e così via…fino alla pistillo del fiore (spoglio, quasi privo di vita), vero nucleo della rosa. “La Regola Della Rosa” (Rule of Rose) consiste proprio in questo: per soprassedere l’individuo portante della dinastia bisogna prima patire ardue sofferenze per poi sconfiggere uno ad uno i suoi sottoposti.
Si trasforma così in mano alla penna deviata del giornalista di Panorama:
Citazione:
Guido Castellano
Un mondo dove l'unica regola è quella della Rosa, da cui il titolo Rule of Rose. Una metafora della vita per cui, se si vuole il successo e arrivare al cuore del fiore, ossia diventare il capo, bisogna compiere un viaggio arduo fatto di pericoli e sofferenze, le spine fitte e aguzze. E soprattutto, sottomettere tutte le rivali, che ostacolano il cammino.
Ancora un altro pezzo:
Citazione:
Guido Castellano
In un'altra situazione due fanciulline si tengono per mano e si dicono dolcemente: «Principessa, ti ho salvata, in cambio dammi un bacio» (e non sulla guancia, ndr).
Citazione:
chrissdaril
Scene in cui due fanciulline si tengono per mano e si dicono dolcemente e si arriva ad una scena saffica leggermente camuffata da inquadrature che lasciano “mal” immaginare.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: gli articoli di Redattori per gioco sono protetti da copyright? Se così non fosse, sarebbe, a mio parere, opportuno applicare una protezione alle recensioni, in modo da evitare casi come questo.

21 novembre 2006

Vetriolo su Betulla



Betulliade
L'articolo che qua riportiamo integralmente è apparso, a firma di Filippo Facci, sabato scorso su Il Giornale. Argomento:Renato Farina, alias agente Betulla, il noto giornalista di cui ci siamo occupati più volte. Ho deciso di pubblicare questo pezzo perchè ha scatenato una curiosa e furibonda lite a destra, tra due noti autorevoli quotidiani di quell'area politica: Il Giornale, appunto, e Libero di Vittorio Feltri, di cui Farina è stato vice-direttore (prima che l'Ordine dei giornalisti lo sospendesse per le note vicende). La divertente stranezza è che il Giornale, di proprietà di Paolo Berlusconi, attacchi quello stesso Farina strenuamente difeso, poche settimane fa, da Silvio Berlusconi in prima pagina su Libero. Per chi se lo fosse perso, per i molti che non leggono il Giornale, per chi vuole sapere tutto su Betulla, buona lettura e buon divertimento.


Questo articolo è il risultato di una lunga inchiesta condotta consultando carte, verbali e intercettazioni inedite; si racconta, in particolare, del ruolo di Renato Farina, vicedirettore di Libero già inquisito per favoreggiamento e sospeso dall’Ordine dei Giornalisti per 12 mesi. Anche se c’è chi vorrebbe radiarlo a vita.
Di qualcosa (in sostanza di una lite tra me e Vittorio Feltri) avete già letto qua.
Ma questa è tutta l’incredibile storia.
Dapprima, come nome in codice, Renato Farina aveva pensato a Cedro: ma rinunciò per non confondersi con un amico libanese. Il nome in codice di Pio Pompa, invece, era Pino De Santis. Betulla e Pino: quando si dice il sottobosco.
Cìò risulta dalle carte, come tutto il resto: la storia di un giornalista che pareva già disperato prima ancora che l’inchiesta lo investisse come un treno: “Scusa la mia depressione, penso che la mia parabola si stia spegnendo nell’indifferenza generale”, scrive in un inquietante sms del 26 maggio. Non è ancora successo niente, ma questo è Farina, la sua perenne lacerazione, la sua bulimia esistenziale, il suo cattolicesimo carsico tra tormento ed estasi: Farina è un personaggio che fu visto tirare testate nel muro (letteralmente) perchè non gli riusciva un articolo.
Il giorno prima, 25 maggio, aveva riferito al Sismi di una presunta opinione di Gad Lerner su Tronchetti Provera; il giorno dopo, 27 maggio, aveva seguito per l’ennesima volta le istruzioni del funzionario del Sismi Pio Pompa: c’era da scrivere che un attacco su Gaza era solo una questione palestinese, che Israele non c’entrava. Renato, scrivilo.
Sono le carte a dimostrare che le veline dei servizi segreti venivano cotte e mangiate così com’erano. Farina ogni tanto smistava ad altri, ma le cose importanti, come quel pezzone del 14 maggio sul caso Abu Omar, le scriveva con Claudio Antonelli. Il caso più clamoroso rimarrà quello del 9 giugno successivo, con Libero ad annunciare “rivelazioni” e a spiegare che era stato Romano Prodi, da presidente della Commissione europea, ad autorizzare i voli segreti della Cia in Italia.
Titolo: “Sorpresa, dietro le missioni Cia il visto Prodi”.
Negli uffici del Sismi verrà reperito l’originale della velina trasmessa da Pompa sulla faccenda: identica all’articolo pubblicato da Libero. Non una verifica, non uno scrupolo per una notizia già falsa nelle premesse: mai l’Unione europea potrebbe autorizzare voli o altre cose, ovvio, non avendo il potere di sovrapporsi agli stati nazionali. C’è scritto nel trattato di Maastricht, ma non occorre averlo letto.
Farina al tempo non se cura.
Proprio quel 14 maggio dice al suo cronista Antonelli di procurargli un incontro con il pm Armando Spataro: viene fissato in Questura per domenica 21 maggio, nell’ufficio del capo della Digos Bruno Megale. C’è Spataro, c’è il pm Ferdinando Pomarici e ci sono dei microfoni nascosti.
Pio Pompa era stato chiaro, Farina doveva inscenare una specie di falsa intervista con due obiettivi: capire se il Sismi fosse coinvolto nell’inchiesta su Abu Omar e depistare le indagini fornendo false informazioni. Le domande erano concordate con il Sismi, ma Farina da principio le prende troppo alla lettera: “Il Sismi c’entra con Abu Omar?”, esordisce, facendo tremare i cornicioni. “I primi dieci minuti sono stati un crescendo di tensione”, racconterà Antonelli, “anche perché Farina fece subito cenno a D’Ambruoso”.
E’ il depistaggio: inventarsi un ruolo del pm Stefano Dambruoso nel rapimento di Abu Omar. “Le mie fonti, vicine agli americani, mi dicono che insomma D’Ambruoso non poteva non sapere”, dice Farina ai magistrati. “Verbalizziamo”, risponde Spataro. E Farina ad Antonelli: “Butta giù due appunti”.
Antonelli non lo sa, ma sta compilando un’informativa per il Sismi.
E in serata, infatti, Antonelli gira gli appunti a Farina che ne aggiunge di suoi e gira il tutto a Pompa, che gira il tutto a Nicolò Pollari, direttore del Sismi. Farina si finge giornalista, Antonelli crede di farlo.
Pio Pompa, per molti aspetti, era comunque una fonte come un’altra,: lo chiamano anche Tony Capuozzo del Tg5, Pino Buongiorno di Panorama, Claudia Fusani di Repubblica, Antonio Padellaro e Andrea Purgatori dell’Unità (incontrarono Pompa insieme al direttore del Sismi, Niccolò Pollari), Stefano Cingolani del Riformista e della Stampa, Mario Sechi e Gian Marco Chiocci del Giornale, Massimiliano Boccolini dell’AdnKronos, Gigi Riva dell’Espresso, Vincenzo Sinapi dell’Ansa, Christian Rocca del Foglio. Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera e Luca Fazzo di Repubblica invece parlavano con gli 007 Mancini e Murgolo (arrestato per il caso Abu Omar) che aveva contatti quotidiani con Pompa.
Qualcuno aveva con Pompa un rapporto sin troppo amicale, ma il caso Farina è diverso: c’era un’amabile e personalissima confusione nella doppia vita di un vicedirettore già ingordo di suo di contatti e riconoscimenti: infinite come sempre, om quel periodo, le telefonate per segnalare i propri articoli, la spedizione di sms con antifone sui santi a personaggi che magari non sentiva da anni.
E’ la routine di un vicedirettore bulimico: gente che chiama, Edoardo Raspelli che gli chiede di essere assunto, chiacchiere con Monsignor Maggiolini e Paolo Bonaiuti, ovviamente ringraziamenti a Pio Pompa che gli farà avere dei biglietti gratuiti per le partite dei mondiali: dopo Italia-Ghana, è noto, Farina ringrazierà direttamente su Libero: “Ho usato amici che la sanno lunga. Fatta! Grazie a Pio e a Dio”.
Urrà. E infatti il rapporto con Pompa prosegue giocoso come sempre. Farina, a fine luglio 2005, gli aveva chiesto una consulenza persino per duellare con Marco Travaglio a Primo Piano, sui Raitre.
Può accadere che la qualità delle informative talvolta làtiti: il 10 giugno Farina riferisce a Pompa che il pm Spataro aveva interrogato diversi ufficiali del Sismi, ma lo sapevano tutti; un’altra volta Antonelli gli riferisce che Spataro è negli Usa per un convegno: e basta per farne un’informativa. “Mai avrei immaginato”, dirà Antonelli, “che notizie tanto banali quanto riservate potessero uscire dalla redazione”. Ma Farina con Pompa metteva le mani avanti: “Io ti do anche la pattumiera, poi sei tu a scegliere, perchè molte cose che girano nell’ambiente giornalistico sono anche tentativi di depistaggio, no?”.
Insomma tutto bene. I due non hanno sospetti neppure quando la sorte pare avvertirli. Pio: “Senti, perchè c’è ‘sto rumore?”. Farina: “Io non sento nessun rumore. C’era un rumore?”. “Sì”. “Che rumore?”. “Niente”. “Un ronzio?”.
Le prime notizie sono sui quotidiani del 6 luglio: si parla di un ufficio clandestino del Sismi dove il funzionario Pio Pompa gestiva migliaia di dossier screditanti. Il direttore di Libero, Vittorio Feltri, informa che Farina e Antonelli sono indagati. Per favoreggiamento, si apprenderà. Verrà fuori che Farina risultava a libro paga del Sismi col nome in codice Betulla.
Ma Farina quel giorno è ai Mondiali di Germania coi biglietti di Pompa, e rischia di perdersi la vittoriosa semifinale coi tedeschi.
Parla al telefono con Vittorio Feltri che lo rassicura: “Mi sembra che non stia in piedi… l’unica ca(…) che avete fatto è andare nell’ufficio del Spataro… andare lì a fare cosa?”. Farina: “Ma no… è stato loro che… insomma mi piacerebbe sapere che ricordi ha Antonelli… Antonelli diceva…”. Feltri: “Io ho parlato con Antonelli”.
Farina deglutisce e dice che insomma era andato dai magistrati solo “per tenere rapporti istituzionali”, ma Feltri s’inquieta: “Non abbiamo bisogno di loro, i servizi segreti non c’hanno mai dato mezza notizia… quando abbiamo avuto bisogno di un verbale, di qualcosa… abbiamo dovuto procurarcelo per i ca (…)nostri”. Ignora la doppia natura del suo vice, all’apparenza. Ignora, pure, che il suo vice su Libero aveva già piazzato paginate di veline: “Magari tu avessi la possibilità di muovere le pedine in quella maniera lì, avremmo 250mila copie, non 120… ma dov’è il problema? Dove sono i reati?”.
Farina non lo spiega, e Feltri non lo apprende: a meno che la telefonata fosse la duplice commedia di chi pensava d’essere intercettato. Ai magistrati, comunque, Farina dirà così: “Ho sempre informato Feltri, gli ho sempre detto di queste cose e di questi rapporti, anche perchè mi ha indirizzato lui a questo”.
L’interrogatorio di Renato Farina, immortalato il 7 luglio 2006 per quasi 200 pagine, è qualcosa che lo scrivente non aveva mai visto in vent’anni di professione. Più che interrogatorio è psicoanalisi, seduta autocoscienza, autoflagellazione e delirio di onnipotenza che si alternano nella scia di un progressivo distacco dalla realtà. A inquietare non è tanto la sua apparente insincerità nel raccontare alcuni fatti, ma la sua apparente sincerità nel raccontare come il mondo ritenga che si relazioni a lui.
I magistrati Maurizio Romanelli e Stefano Civardi, quel giorno, vedono passare le ore senza che nulla quagli. Farina ha raccontato per ore di un suo ruolo in Serbia nel 1999, quando da inviato del Giornale, dice, fungeva da tramite tra Milosevich e il governo D’Alema. Nota: la circostanza è stata smentita con una certa decisione sia dall’ex ministro degli Esteri Lamberto Dini che da Giulio Andreotti, tuttavia “C’è stato un momento in cui io ero quello che trattava con Milosevich… Io ero contro la guerra sulla base delle indicazioni del Papa e volevo pagare stando sotto i bombardamenti, una cosa un po’ eroica”.
Ma Farina spiega che un giorno l’avvertono che vogliono ucciderlo: “Devi ripartire subito”. Chi l’avverte? “Uno dei servizi, o un infiltrato dei servizi serbi, o uno dei servizi segreti del Pci”. Il nome? “Non vorrei che questa persona fosse eliminata… glielo dico in un orecchio”. “In un orecchio no”, s’imbarazza il magistrato. “Io comunque non volevo ripartire, avevo più paura di tornare a rapporto dal mio direttore che di quelli che mi ammazzano”. Il direttore era Maurizio Belpietro. Al Giornale, comunque, ricordano che Farina tornò senza preavviso, adducendo problemi di salute di un familiare.
Poi Farina passò a Libero, e Vittorio Feltri, dopo l’11 settembre, l’incaricò di contattare Francesco Cossiga per capire che cosa stesse combinando il Sismi. Cossiga gli disse che non nominare Niccolò Polari a capo del Sismi sarebbe stato un errore capitale, e Farina si diede da fare: “Fatto sta che mi faccio parte di questa campagna giornalistica fino a sottoporla alla persona di Martino, il quale effettivamente sceglie Pollari”. E’ merito di Farina.
Ecco perchè Pollari volle conoscerlo. E fu subito intesa, scambio d’informazioni: “Il 95 per cento della mia attività giornalistica si occupa di tutto, cioè io sono un universalista, cioè faccio cose politiche, naturalmente poi vado in trincea quando si tratta di fare anche cose giudiziarie, ma non sono uno sbirro del giornalismo, non sono un pistaiolo… Di terrorismo italiano ci capisco, quando Feltri mi telefona e mi dice che le Brigate Rosse hanno sparato a uno a Bologna, io lo sapevo che era Marco Biagi”.
Morale, Pollari chiede a Farina di attivarsi: “E allora lì c’è un problema di coscienza: se i servizi ti chiedono una cosa, tu che fai? Io ho pensato che c’era una guerra mondiale in atto”. Una guerra che nessuno immagina: “All’Hotel Cavalieri Hilton di Roma mi si avvicinò una sorta di plenipotenziario dei servizi americani. Mi spiegò che non esiste solo la Cia, e c’è questo servizio che dipende direttamente da Condoleeza Rice”. E chi era questo? “L’Ammiraglio Capra”. Prego? “Esiste, ho guardato su internet e ho visto che esiste un ammiraglio Capra”. La Cia parallela, spiega Farina, vedeva Pollari come una sciagura e lo descriveva come un corrotto troppo propenso al dialogo col mondo arabo, insomma “non organico all’intelligence occidentale”. Perciò Farina diffidò di Pollari, all’inizio.
Ma nel 2004, dopo l’attentato di Madrid, Feltri chiese a Farina di rifarsi sotto con Pollari. Il rapporto si riallacciò: “E’ come se mi fossi innamorato di Pollari”, dice Farina ai magistrati. Farina lesse un rapporto su possibili attentati a Londra che su Libero tradusse così: “Tettamanzi e Formigoni nel mirino del terrorismo”. “Fu una mia esasperazione”, ammette Farina.
Ma è il documento del Sismi “Rischi e speranze” datato 3 dicembre 2003 a scolpire le convinzioni del soldato Farina: “Il documento usava dei termini riferiti a Berlusconi che io interpretai come quasi tradotti dal linguaggio del cabaret della sinistra, per cui ho pensato che ci fossero elementi di convergenza con questi ambienti, no? E’ stato uno dei miei cavalli di battaglia, l’alleanza oggettiva o soggettiva tra marxisti e islamici… Questa Cia alternativa ha in mente di dustriggere il Sismi, è legata ad ambienti neoliberal americani che in coincidenza con l’avvento di Prodi e del centrosinistra vogliono cambiare i servizi. Questo saprei documentarlo”.
Probabile, ma i soldi? Farina racconta che fu Pollari a presentargli questo Pio Pompa, uno che sembrava Renato Rascel. Il rapporto si consolidò. Il primo pagamento fu di 1500 euro, e Farina dovette firmare una ricevuta col nome in codice.
Intere pagine dell’interrogatorio di Farina, dopodichè, sono occupate dal suo dilaniamento nel cercar di spiegare che altri soldi lui non ne voleva, non gliene importava: semmai, “per quello che avevo fatto in Serbia, il che avevo buttato lì anche a Minniti e Manconi”, Farina avrebbe gradito una nomina a commendatore. Non accadde: e accettò un rimborso forfettario per un totale di almeno 30mila euro. Questo sino a ieri: “5000 ad aprile, 4000 a maggio, o a giugno”, “Li ho usati d’accordo con mia moglie per delle liberalità… se uno invece li spendeva diversamente… cioè ho capito che dal punto di vista psicologico serviva a togliergli le inibizioni nel chiedermi delle cose”. Ossia: “Li ho presi con l’idea, dentro la mia testa e il mio cuore, che poi mia moglie realizzava, e in parte anche io realizzavo, di fare delle liberalità nei santuari”. Donazioni, elemosine. “Li ho messi dentro Santa Maria Maggiore, non volevo creare dei problemi, rifiutandoli”.
Alla fine dell’interrogatorio, segretato, arrivano i primi sms di solidarietà: da l’Opinione, dal Giornale, arriva anche una chiamata di Feltri che ha un’idea per toglierlo dall’ imbarazzo, dice. Forse è l’articolo che Farina scriverà entro sera, e che il mattino dopo infatti è su Libero, “Farina ci scrive”: “Ho aiutato i nostri servizi segreti a difendere l’Italia dai terroristi”, “La mia ambizione è sempre stata inconsciamente quella di Karol Wojtyla: lui morire nei viaggi, io sul fronte”, “Non ho scritto su Libero una sola riga che non coincidesse con i miei convincimenti”, “Sono reduce da sette ore di interrogatorio, ve lo vorrei raccontare, ma è stato segretato”.
Ecco perchè non ha scritto una parola dei soldi, mentre continua il circolo solidale: sms di Magdi Allam e Rula Jebreal, preghiere dedicate alla Vergine Maria, frammenti dei vangeli di Marco e Luca, una chiamata a Bruno Vespa per complimentarsi di un suo articolo, messaggi anche da Gad Lerner: “Renato, questa tua storia mi ha turbato e addolorato… può darsi che io me la senta di scrivere qualcosa… Come puoi immaginare conoscendomi, avrei scelto di difendermi diversamente”. Presto Lerner scoprirà che Farina, suo collaboratore all’Infedele, l’aveva tirato in ballo in un’informativa del Sismi: e inscenerà uno spot contro di lui su La7. Angosciato, il 14 luglio Farina cerca anche il Presidente della Repubblica, ma non glielo passano. A un amico dice che è ormai un possibile bersaglio del terrorismo islamico, che è un anello debole a dispetto della sua capacità di analisi (“non voglio paragonarmi a Falcone, ma…”) sicchè potrebbero colpirlo anche le Brigate Rosse: “Non posso neanche chiamare Pollari.. devo chiamare il ministro degli Interni… devo chiamare il ministro della Difesa… devo chiamare Manconi, la Procura… la Procura deve mettermi in sicurezza”. Vorrebbe incontrare anche Bonini e D’avanzo, dice all’amico: per dir loro che aveva fatto solo il giornalista. “Feltri mi chiede silenzio”, dice.
Uno dei due. Il resto è cronaca. Il 28 settembre, Renato Farina si presenta all’Ordine dei giornalisti della Lombardia e chiede di poter patteggiare, fa “ammissione di responsabilità” e s’impegna a non occuparsi mai più di servizi segreti. Chiede una sospensione per due mesi, ma rifiutano. Ne propone quattro, rifiutano. Sei, rifiutano. Lo sospendono per dodici. Assolto il cronista Claudio Antonelli.
Il 30 ottobre la decisione dell’Ordine è impugnata dalla Procura di Milano, che per Farina chiede la radiazione a vita. Intanto alcuni consiglieri comunali di Forza Italia propongono di conferirgli la Medaglia d’oro del Comune: tanto per buttarla in . Obiettivo: buttarla in politica, an che se, un po’ come tutti i firmatori di appelli, molti probabilmente non sanno neppure di che si parla.
Il 9 novembre, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti rifiuta di audire Farina. Lui allora manda una mail in cui spiega che l’inchiesta gli ha impedito di intervenire sul Al Jazeera, e quindi di evitare gli attacchi al Papa dopo il discorso di Ratisbona: “Non posso fare nulla in settori che risentivano di una mia azione pacificatrice”. Scrive di aver ricevuto minacce di morte (troverà anche dei proiettili nella cassetta della posta) da parte del “Fronte rivoluzionario per il comunismo”. Scrive che era stato il tramite del Sismi durante tutti i rapimenti di italiani in Iraq: “Ho preso denari per pagare le spese, ma in nessun modo sono stato contrattualizzato”. Da allertare i sindacati: “Credo sia giusto che si ristabilisca la mia reputazione e mi si restituisca il lavoro”.
Uno dei due.

Lutti cinematografici

E' morto Robert Altman

Un pezzo di storia del cinema se ne è andata via: il grande regista americano aveva 81 anni. Tra i suoi successi e capolavori ricordiamo Mash, Nashville America oggi. Quest'anno aveva rivelato di aver subito un trapianto di cuore dieci anni fa. Nel marzo scorso, quasi come premio di consolazione per una carriera con tanti premi ma nessun Oscar, l'Academy gli aveva conferito la prestigiosa statuetta alla carriera. Gli ha portato sfiga!Addio Maestro.


Meryl Streep e Lily Tomlin all'Oscar introducono l'Oscar alla carriera Robert Altman

20 novembre 2006

La classifica del lunedì di Vetriolo

Flags of our fathers CAPOLAVORO ASSOLUTO
Altro che la mielosità di Salvate il soldato Ryan. Clint rovescia come un guanto la retorica patriottica di Spielberg e distrugge il mito della "guerra giusta". Flags of our fathers non è un film sugli atti eroici compiuti nella battaglia di Iwo Jima. E' un film sulla propaganda mediatica, sulla manipolazione, ad uso e consumo dei media e del governo, e sulla strumentalizzazione dei soldati (gli eroi) ad uso e consumo patriottico. Da rivedere in eterno.

The departed CAPOLAVORO ASSOLUTO
Gran film. Erano anni che Martin Scorsese non firmava un’opera così avvincente, così fluida che non ti accorgi neanche che supera le due ore e mezza. Il bello è che non pare Scorsese, tanto la macchina da presa è discreta ed al servizio di un storia degna di una tragedia vittoriana. La musicalità di The departed è scandita dal montaggio, dai dialoghi, dai corpi di un nutrito gruppo di attori che sullo schermo fa scintille. E non parliamo solo dei protagonisti, il poliziotto buono e sfigato, costretto a fare l'infiltrato (Di Caprio), il poliziotto yuppie e corrotto (Matt Damon) e il criminale folle e carismatico (Jack Nicholson). Ci sono un Mark Wahlberg da antologia (le sue battute sboccate sono fulminanti), un Martin Sheen commovente e un Alec Baldwin grasso e unto da urlo.

Children of men SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che sorpresa il film di Alfonso Cuaròn Bugliani. Non tanto per la storia in sè (i bambini non nascono più, ma per un miracolo una donna resta incinta. Chissenefrega!) ma per l'atmosfera apocalittica del futuro prossimo venturo (c'è una Londra che sembra Baghdad) dove al posto dello Stato di diritto c'è uno Stato di polizia e di guerra permanente (l'immigrazione è un crimine e lo Stato è fascistizzato, e qui i punti di contatto con V for vendetta sono evidenti). Ma soprattutto per una regia straordinaria, con dei piani-sequenza folgoranti e impossibili. Peccato per il finale Peace & Love.

Il vento che accarezza l'erba SE PO' FA
Vincitore del festival di Cannes, l'ultimo film di Ken Loach ricalca il suo Terra e libertà. Un Loach quasi irriconoscibile per lo stile (e i soldi che si è potuto permettere in questa produzione) per una storia in cui i buoni e cattivi, nella guerra d'indipendenza irlandese, si confondono. Si può uccidere il tuo compagno, il tuo amico in nome di una guerra giusta? E' lo stesso interrogativo che il miglior cinema del momento ci rivolge. Loach calca la mano e ci fa toccare con mano le torture degne di Abu Ghraib. Tema stimolante e ricattatorio.

L'amico di famiglia SE LO PERDI SEI STUPIDO
Pochi riuscirebbero a mettere in piedi un film completamente incentrato su un protagonista laido e schifoso (un altro l'aveva fatto prima di perdersi, Garrone con L'imbalsamatore). E' raro parlare con tanta grazia, tecnica visionaria e profondità di una piaga sociale come l'usura senza scadere nel cinema sociale o nel filmetto impegnato. Sorrentino fa una grande commedia grottesca, scritta da Dio, con momenti (tanti) di pura bellezza. Poco male se poi il finale è quello che è e va un po' a puttane. Giacomo Rizzo, il lercio usuraio, è grandioso!

Babel SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che ansia! Pochi film recenti atterrano lo spettatore come questo abile, cinico, ben fatto Babel. E vuoi che l’angoscia che attanaglia i personaggi di queste tante storie tra loro intrecciate, dagli Usa al Messico, dal Marocco al Giappone, finisca presto.Per chi pensava di ammirare la bellezza di Brad Pitt non entri in sala. Brad è, per esigenze di copione, invecchiato. Ma è bravissimo. Morale vecchia come il cucco:se perdi tutto, quel che ti resta è l’amore (declinato in tutte le sue forme tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra marito e moglie,ecc.). Però questa volta ci credi!

La sconosciuta SE PO' FA'
Un Tornatore che per la prima metà non sembra nemmeno Tornatore. Ed è un pregio. Niente sviolinature, nemmeno stilistiche. Tutta la maestria del buon Peppuccio è al servizio della storia e di una suspense mozzafiato degna di un thrilleraccio di genere (chi è la protagonista.? Perché ha tirato giù dalle scale una povera governante dagli occhi buoni?Di chi vuole vendicarsi o cosa sta cercando? Perché Michele Placido è così disgustoso? ) Peccato che poi, quando la storia tende a dipanarsi, tra un colpo di scena più incredibile dell’altro (non tutti buoni però, l'inverosimile è in agguato. Ma questo fa tanto b-movie, anche se Peppuccio non lo ammetterà mai!) esce fuori lo zucchero e il miele da Mulino Bianco di Tornatore, e ti intristisci un po’ e non te ne frega più niente.

Lynchmania

INLAND EMPIRE SVELATO!!!
Voilà. E' uno studioso italiano il primo uomo sulla Terra che ha spiegato per filo e per segno l'ultimo misterioso film di David Lynch. Ha adddirittura creato uno schema grafico per visualizzare i mondi di INLAND EMPIRE che sembra uscito dalla Black Lodge. Fantastico. Mi scuso con lui per la pubblicazione del disegno sul blog, ma non potevo farne a meno. Ricambio con la pubblicità del suo volume. E invito tutti gli aficionados di Lynch a leggerlo con bramosia, in particolare il capitolo "Tana libera tutti", appunti su INLAND EMPIRE. Attenzione: è un testo tostissimo di semiotica. Pierluigi Basso Fossati- Interpretazione tra mondi-il pensiero figurale di David Lynch- Edizioni Ets, 28 euro. Grazie a Manu per la segnalazione.

Brogli in tv

Brogli elettorali, il Polo attacca Deaglio
(da Repubblica.it) Nel mirino "una lunga intervista senza contraddittorio", "una tesi assurda e falsa", e il servizio pubblico. Questi i cardini intorno ai quali gira la polemica animata dalla partecipazione di Enrico Deaglio al programma di RaiTre In 1/2ora, condotto da Lucia Annunziata. Il giornalista ha parlato del film-inchiesta Uccidete la democrazia - realizzato con Beppe Cremagnani, regia di Ruben H. Oliva, in edicola venerdì 24 - in cui si sostiene che il voto del 9 e 10 aprile avrebbe subìto delle manomissioni attraverso una gestione poco chiara delle schede bianche. Nel corso dell'intervista, fra l'altro, Deaglio ha chiamato direttamente in causa l'allora ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu: "Dovrebbe dire perché le schede bianche sono inspiegabilmente crollate da un milione e 700mila a 400mila". La Cdl contesta le tesi di "un film pieno di menzogne" e chiede un intervento urgente del Parlamento, RaiTre viene accusata di "faziosità e collateralismo". E Giuseppe Giulietti, dell'associazione Articolo 21, annuncia: "Faremo vedere il documentario a Montecitorio". Deaglio ha riferito che, esaminando i dati delle precedenti elezioni, provincia per provincia, il numero delle schede bianche è differente a seconda delle regioni e delle province. "Questa volta, le schede bianche non solo sono crollate, ma stanno tutte in una percentuale tra l'1 e il 2%. Non c'è un solo posto dove siano aumentate". Le riduzioni "non seguono un criterio logico, sono tutte schiacciate tra l'1 e il 2%. Questo è impossibile". Tutti questi dubbi "possono essere spiegati dal principale protagonista di quella notte: Beppe Pisanu"Replica Annunziata: chi può dimostrare che non sia stata la sinistra ad architettare il meccanismo? "Il problema - risponde Deaglio - è che la sinistra avrebbe dovuto essere infiltrata dappertutto, perché la cosa avviene tra le prefetture e il ministero dell'Interno, che non era guidato dalla sinistra. Ora, però il Viminale è guidato dalla sinistra, da Giuliano Amato, e mi colpisce che non forniscano dati su quanto accaduto".Parla di "patacca, spacciata per moneta buona, coniata da un professionista del giornalismo militante" il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Mario Landolfi, che accusa RaiTre di aver superato "il livello di decenza oltre il quale la faziosità diviene disinformazione, e la cordialità con il governo amico sfocia in aperto collateralismo. Senza che un esponente della parte politica accusata potesse replicare". Landolfi auspica che i vertici Rai ricordino "a chiunque abbia responsabilità editoriali" che "un giornalista è libero solo quando non è autonomo dalla notizia né indipendente dalla verità" e che il servizio pubblico "eviti che una tesi eversiva possa diventare una verità di parte utilizzabile come un corpo contundente nella lotta politica".Una "tesi assurda e falsa", quella del film, secondo Gregorio Fontana di Forza Italia, e quanto sostenuto da Deaglio è "impossibile" poiché "il ministero dell'Interno non può intervenire, è compito dei magistrati delle Corti d'appello e della Cassazione la raccolta, il conteggio e la proclamazione dei dati delle elezioni". "Nessuno contesta la libertà di Deaglio di avanzare tesi sgangherate e fantasiose - aggiunge - il problema è che, davanti ad accuse fatte sul servizio pubblico, le istituzioni devono rispondere facendo la propria parte". Alle critiche replica il diessino Giuseppe Giulietti: Uccidete la democrazia sarà proposto, in anteprima nazionale, mercoledì 22 nella sala conferenze di Montecitorio. Un'iniziativa di un gruppo di parlamentari di diverse aree politiche del centrosinistra. "E' singolare - osserva Giulietti - che il servizio d'ordine della Cdl sia intervenuto in modo pesante, che si levino gli strali dopo che per settimane, dopo il voto, Berlusconi ha parlato di brogli che avrebbero penalizzato il centrodestra, e che si accolga in modo diverso il fatto che l'ipotesi di brogli non sia più a scapito del centrodestra ma del centrosinistra".Questi i fatti, come descritti da Repubblica. Non ci resta che dare un'occhiata al documentario, prima di rilasciare commenti e sputare sentenze. Ho visto che in rete, dopo che il Corriere della Sera ha svelato i retroscena del documentario, si è scatenata una campagna denigratoria nei confronti di Deaglio (accusato persino di sostenere la tesi del complotto sugli attentati dell'11 settembre. Accusa ridicola: il Diario ha pubblicato un'inchiesta, a firma proprio di Deaglio, in cui si smontavano tutte le tesi complottiste, ed è stato subissato di proteste dei lettori!), e si sono confutate le tesi del film. (Blog)Vetriolo invece, prima di rilasciare commenti e sputare sentenze a vanvera, il documentario di Deaglio lo vuole vedere. Appuntamento in edicola il prossimo venerdì.

INLAND EMPIRE preview

Lynch col contagocce
Finalmente qualche immagine in movimento di INLAND EMPIRE, l'ultimo, controverso capolavoro di David Lynch, di prossima uscita in USA. La fonte è un servizio di una tv francese. Ahimè, quel che si vede è un po' pochino: un po' di conigli, e una bella ragazza in una stanza d'albergo che piange guardando la tv. Insomma: l'inizio del film. Però contiamo che Lynch nei prossimi giorni ci fornirà qualche clip più succulenta. Occhio al sito di inlandempirecinema.

17 novembre 2006

Lost Vetriolo 3° serie

Lost Svelato Puntata 6
(In Usa le prime 6 puntate della 3° serie di Lost sono finite. Gli ascolti non sono andati benissimo, questo fa ben sperare che, a febbraio, quando arriveranno gli altri 16 episodi, l'epopea dei sopravvissuti nell'isola deserta (deserta?) arrivi a conclusione. Personalmente, questi 6 episodi sono stati molto deludenti. Poche sorprese e un'irritante lungaggine. Risposte ai vari quesiti aperti nelle prime 2 serie? Nessuna. Leggetevi la sinossi dell'ultima puntata, sempre curata da PITone l'acidone e guardatevi il teaser di Lost 2007)
Siamo ad un punto cruciale. Ben dev’essere operato con urgenza ma Jack si rifiuta di farlo. Solo la minaccia di uccidere Sawyer lo desta dalla sua cocciutaggine e gli dà la spinta decisiva: opererà Ben, ma solo dopo essersi fatto promettere di esser lasciato libero. Ottiene la promessa, potrà tornare a casa (l’America, non l’isola) se effettuerà l’operazione. La puntata è dedicata a Kate, ed ecco così scoprire una parte di lei che non si conosceva. Kate si è sposata, per giunta con un poliziotto. Non è la prima volta che abborda qualcuno sotto falsa identità, ma stavolta, giura, è davvero amore. Una telefonata con il suo cacciatore, il poliziotto che muore nei primi episodi della prima serie, ed un test di gravidanza che per poco non scombussola la sua vita, fanno sì che lei prenda la decisione: la vita da sposata non fa per lei, lei è una fuggitiva e lo rimarrà per sempre.Intanto Pickett, uno degli altri che ce l’ha con Sawyer, fa capire a lui e Kate che ha intenzionato di eliminare Sawyer. La tensione è alta, la pura paura pure. E’ il momento giusto per far scatenare la passione. Ed è così che finalmente si forma una coppia: Kate e Sawyer. Jack riesce a scappare ma quando vede su un monitor che Kate ha scelto Sawyer e non lui che si decide ad operare Ben. Solo il colpo di scena salva il ribelle Sawyer da morte sicura: Jack durante l’operazione gioca sporco: se “Gli Altri” non metteranno in salvo Sawyer e Kate entro un’ora, Ben morirà. La puntata lascia lo spettatore col fiato sospeso, in attesa che l’inverno passi: la prossima puntata, la settima della terza serie, andrà in onda il 7 febbraio. La serie cerca di mantenere alta la tensione ma si vede che la suspence non è più efficace come prima. Così come il pathos che solo l’alone di mistero poteva creare. Finora di mistero ce n’è stato poco. E torna la domanda più annosa di tutte: la trama va alla cozze? Di sicuro in queste puntate la serie va scemando, e dovrà riprendersi alla grande al suo ritorno.

16 novembre 2006

Santoriade

La vendetta di Santoro
Sono le 22.30 di stasera quando ad "Anno zero" di Michele Santoro il giornalista Marco Travaglio sciorina in 15 lunghi minuti tutte le accuse contro Totò Cuffaro, presidente della Regione Sicilia. Accuse pesantissime, per le quali Cuffaro è sotto processo con l'imputazione di favoreggiamento a Cosa Nostra. Davanti al documentato cronista c'è proprio lui, l'ospite d'onore della trasmissione: Cuffaro. E' un quarto d'ora ipnotico, un momento raro nella televisione di oggi. Cuffaro resta in silenzio, la regia lo inquadra ripetutamente. Poi si scatena, in primo luogo contro il conduttore della trasmissione. Che stasera ha perpetrato la sua vendetta: Cuffaro aveva tentato più volte di bloccare la distribuzione in libreria e poi la messa in onda su Sky cinema del documentario "La mafia è bianca", viaggio nel mondo della sanità nella Sicilia di Cuffaro, prodotto da Santoro stesso negli anni del suo esilio forzato dalla televisione. Non è destinata a rimanere una serata qualunque per Santoro. Da domani il suo "Anno zero" probabilmente avrà qualche problemino in più.

Ancora su Rule of Rose

Videogiochi violenti e voglia di censura
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il direttore di Gamers e GameCon ha inviato a Panorama, dopo la pubblicazione dell'articolo sul videogioco"Rule of Rose" che ha scatenato un putiferio.
Caro Direttore,le scrivo questa lettera in risposta all’articolo di copertina (e alla copertina stessa) dell’ultimo Panorama, “A scuola di ferocia con i videogame”. Come giornalista della stampa specializzata, direttore culturale area videogiochi di GameCon, il Salone del Gioco e del Videogioco e presidente di Gamers, società che promuove il medium videoludico come forma d’arte, non posso che essere indignato da quanto scritto sul vostro periodico.Anzi, contento. Vede, Direttore, quello che voi fate, dando alle stampe un reportage del genere, è pubblicizzare oltremodo i videogiochi, un mezzo di comunicazione del pensiero originale, moderno e assolutamente unico, che già da anni è assurto a forma d’arte e che si sta avviando a ripercorrere quello stesso cammino già seguito da tanti altri media demonizzati, come il cinema, i fumetti, la musica rock. Portare il Videogioco sotto i riflettori come solo la grande stampa generalista può fare, amplificata da telegiornali nazionali e grandi emittenti radiofoniche, serve alla causa dell’alfabetizzazione videoludica, sebbene l’operazione nasca sotto i foschi stendardi dell’oscurantismo e della più cieca negazione. Per questo me ne rallegro.Se tuttavia il desiderio è di andare oltre e parlare di contenuti, vediamo di fare chiarezza. Rule of Rose è un men che mediocre gioco horror giapponese, uscito quasi un anno addietro nel più completo disinteresse del pubblico e della critica. Perché? Per il suo scarso valore artistico e ludico. Si tratta di un prodotto di bassa lega che ha puntato tutto sui suoi contenuti forti, come infinite volte è avvenuto nella letteratura e nel cinema, senza peraltro riuscire a bucare il muro di indifferenza naturalmente eretto dalla comunità di videogiocatori, molto meno ingenua e disattenta di quanto voi possiate ritenere.Rule of Rose è un horror e, come tale, è vietato ai minori: il fatto che possa essere scaricato sotto forma di copia pirata da Internet o che sia venduto da negozianti poco scrupolosi e attenti nel loro lavoro, ha ben poca rilevanza, mi scusi. E poi come stupirsi che si trattino temi quali la perversione o il sadismo o che ci siano personaggi minorenni? È una storia dell’orrore, questi sono tutti elementi piuttosto comuni al genere, quale che sia il tipo di opera nel quale si manifesta. Lo stesso può dirsi delle tensioni sessuali. Stanley Kubrick ha firmato l’adattamento cinematografico di Lolita: deve di nuovo essere messo al bando? Certo che no, tanto più che si tratta di un’opera d’arte, un capolavoro. Rule of Rose un capolavoro non lo è di certo, ma ha tutto il diritto di esistere: sarà punito dal mercato e dalla critica, come infatti è avvenuto... a meno di miracolosi recuperi in terra italica, dopo la vostra straordinariamente immeritata pubblicità.Siccome non voglio tediarla oltre, Direttore, passo subito a dire che il fatto davvero grave è il ricordarsi che esistono i videogiochi solo quando si deve lanciare una crociata o una caccia alle streghe, prendendo spunto da un pessimo prodotto di nicchia quasi potesse rappresentare altro rispetto ai “videogiochi spazzatura”, che di certo esistono proprio come i romanzi, i film, i dipinti o qualunque altro tipo di prodotto dell’ingegno umano. Per affrontare un qualunque discorso è richiesta serietà e competenza, e occorrerebbe documentarsi correttamente. Nell’articolo pubblicato sul suo prestigioso settimanale c’è di tutto: semplici errori di traduzione (Grand Theft Auto diventa Gran ladrone d’auto), grossolani errori di interpretazione (non è vero che in certi giochi i cattivi sarebbero i buoni, è solo che i cattivi sono i protagonisti: ha mai visto Il Padrino?), generalizzazioni della peggior specie (un Grand Theft Auto e uno Yakuza sono opere che contenutisticamente parlando hanno ben poco in comune: le ricordo che sono proprio le generalizzazioni a essere alla base di ogni razzismo), semplici casi di disinformazione (Postal 2, altro titolo di pessima qualità, è un prodotto volutamente parossistico, che fa dell’ultraviolenza la sua cifra stilistica comico demenziale). Fa effetto constatare come nel frattempo, in Francia, Le Monde affronti lo stesso argomento con un servizio dal taglio leggermente diverso: “Videogiochi. E se ai bambini facessero bene?”Chiudo con un ironico “complimenti” alla signora Anna Serafini, Presidente della Bicamerale per l’Infanzia che, dopo aver ammesso di non saper neanche accendere una Playstation, ritiene comunque opportuno parlare di videogiochi, invece di documentarsi e rivolgersi a qualcuno che può fornirle dei dati utili.A conclusione di questa lettera aperta, invito lei e il signor Guido Castellano a un confronto sul tema della violenza dei videogiochi, che potrebbe aver luogo nella sede di GameCon (Napoli, 8-10 dicembre) o in qualsiasi altra sede da voi ritenuta più opportuna.
Marco Accordi Rickards

15 novembre 2006

Anteprima Shortbus

Porno d'autore, mica cazzi!
Il 24 novembre la Bim distribuisce il film scandalo dell'ultimo festival di Cannes, Shortbus. Sul film ho poco o nulla da dire: con il pretesto che il sesso, nell'era teo-con di Bush, sia l'unica forma di salvezza e comunicazione, il film del regista super-gay John Cameron Mitchell disegna una serie di scenette, spesso divertenti, a volte surreali, a volte noiose, Perchè il sesso che si fa e si vede in Shortbus è esplicito e mai simulato (scopate, masturbazioni, un'autofellatio degna di D'Annunzio, schizzi spermatici sui quadri, ammucchiate selvagge) con una preferenza per le orge tra maschi omosex che risultano assai disturbanti per gli etero. A un certo punto, ti viene voglia, esattamente come nei porno, di premere fast forward e saltare tutto quello che ti disturba o quello che non è hard core. Comunque: per chi potrebbe sentirsi scosso dalla visione del film (in particolare i normodotati, perchè gli uccelli di tutti i protagonisti di Shortbus hanno le stesse misure di quelli delle pornostar), con una mossa promozionale assolutamente spiazzante la Bim sul sito www.shortbus.it ha preparato una sorta di anteprima: un giochino che, se correttamente svolto, regala la visione di 3 scene clou del film. Rigorosamente hard-core. Più che sufficienti per avere un'idea di Shortbus senza spendere i soldi del biglietto. D'altronde il rischio è che in Italia le forbici della censura si avventino proprio sulle parti intime dei maschietti in calore. Giudizio critico: meglio un vero porno in dvd a casa.

satira USA

Goodbye Donald
Sarà che Donald Rumsfeld da alcuni giorni non è più il potente segretario di Stato americano, sarà che in America il diritto di satira è sacro (capito Ratzinger?)... questa presa per i fondelli dell'ex-braccio destro di Bush fatta dalla trasmissione della CBS The Late late show è un commosso addio a un uomo che ha dato tanto da lavorare alla satira americana. Buon divertimento!

14 novembre 2006

Le crociate del 2000 n.2

Videogames: più censura per tutti!
E' serio un paese che si interroga sulla presunta pericolosità di un videogame? E' plausibile che un articolo di un
settimanale(Panorama) monti una ridicola campagna contro un videogioco, Rule of Rose, di prossima uscita in Italia, e ci abbocchino tutti? Prima le varie associazioni di genitori che stilano petizioni, poi a muoversi sono addirittura i politici. Oggi il Ministro della Giustizia Mastella ha dichiarato:"Sono indignato per il livello di efferatezza e abiezione a cui possono giungere i videogiochi che finiscono nelle mani di bambini e ragazzi" e ha auspicato la nascita di un' Authority diretta a stabilire parametri accettabili per la vendita di videogiochi ai minori. E ancora, in un crescendo: «Non c'è bisogno di dosi massicce di orrore per far divertire i nostri ragazzi e credo che i più giovani abbiano diritto di vivere al riparo dalla violenza e di ricevere al tempo stesso una valida educazione che sinceri i principi di convivenza civile. Sono d'accordo che occorre agire da subito prima che i danni si aggravino evitando inutili e dannosi elementi di commercializzazione. Finora non è stato fatto e si è lasciata proliferare questa malapianta». Insomma tanti bei propositi (dobbiamo rendere il mondo più rosa) e censura forever. E' probabile che Rule of Rose, dopo questo putiferio, rischi di non uscire più; sotto accusa sarebbero le atrocità inferte nel gioco da alcuni bambini assai cattivi nei confronti di un'altra bambina,che verrebbe addirittura sepolta viva. L'articolo di Panorama (lo potrete leggere qui: (www.panorama.it/internet/computer/articolo/ix1-A020001038759), con il suo moralismo scandalistico, parte da un presupposto indimostrato e probabilmente indimostrabile: che questi videogames insegnino ai bambini la ferocia e stimolino la violenza. A parte l'ignoranza totale sui gusti degli adolescenti di oggi (passino davanti a una sala cinematografica o a un videonoleggio così capiranno che i minori vanno pazzi per l'horror truculento, da Final destination a the Grudge) è anche vero che di Rule of Rose è sconsigliata la vendita ai minori di 16 anni. E il settimanale della Mondadori, mentre da una parte va in edicola con la storia del truce videogioco in copertina, dall'altra allega allo stesso numero il dvd della serie horror Nightmare (vietato ai 14 anni), dove gli adolescenti muoiono a gogò in modo assai splatter. A casa mia questa schizofrenia si chiama ipocrisia. Oppure è una studiata tecnica di marketing: attrarre il ragazzino con una copertina horror, così si compra pure il dvd con Freddie Krueger (dalla pubblicità di Panorama:«NIGHTMARE» - LA RIVINCITA
Secondo capitolo della saga di «Nightmare»: un nuovo incubo torna a inquietare gli adolescenti di Springwood facendo rinascere Freddy Kruger dall'orribile inferno dal quale proveniva. Imperdibile per tutti gli amanti dell'horror. Con Panorama, dvd € 9,90, con il cofanetto in regalo).

La politica, come sempre, ci è cascata.

(il trailer del videogioco sotto accusa)

Le crociate del 2000

Al rogo Crozza!
La satira sul Papa non si può fare. In fondo sono state vietate le vignette anti-islamiche, no? E allora, per par condicio, è giusto fare lo stesso con le massime autorità cattoliche. Questo bel passo avanti, in termini di libertà di satira, lo si deve al quotidiano dei vescovi, Avvenire, e oggi al segretario personale del Pontefice, don Georg Genswein che, con un invidiabile sense of humour, spara a zero contro le trasmissioni che prendono in giro lui e Ratzinger, e cioè Crozza Italia (la 7) e Viva Radio 2 di Fiorello. All'Adnkronos Genswein dice: “Non ho mai visto queste trasmissioni e neanche le guarderò mai”..."spero che trasmissioni di questo tipo smettano: d’accordo la satira, ma queste ‘cose’ non hanno livello intellettuale e offendono uomini di Chiesa. Non sono accettabili. Spero davvero che smettano subito” (...) Trasmissioni così sono poco costruttive. Ho preso atto del fatto e voglio dimenticare”.
Tra le gag criticate da Avvenire quelle di Crozza che, vestito da Papa, fuma tre pacchetti di sigarette, come un turco, per prepararsi al prossimo viaggio in Turchia”.
Dice Genswein: “Il Papa non ha certamente commentato. E poi un commento del Santo Padre o una sua qualunque reazione sarebbero davvero troppo onore per questa gente."
Che si faccia ciò che è buono e giusto, si passi a punizioni esemplari, quindi: al rogo Crozza, scomunica per Fiorello!

13 novembre 2006

Lynch folies

Mucche ad Hollywood
David Lynch ha iniziato la campagna di promozione in Usa del suo INLAND EMPIRE. In attesa di scoprire se il film uscirà nelle sale (e in quale versione),il regista si è organizzato. L'altro giorno si è piazzato per strada con un grosso cartello raffigurante Laura Dern nel film, una statua di una mucca e una scritta:"Senza mucche non ci sarebbe latte ad INLAND EMPIRE". Lynch probabilmente distribuirà da solo il film in America. Forse addirittura sul suo sito web.


Landis, l'anti-Bush

John Landis, di passaggio a Torino per il Film Festival, di fronte alla stampa è - come sempre - travolgente. Spara a zero sull’Amministrazione Bush (“un governo di incompetenti e menzogneri”) e sugli evangelici (“lo scandalo del pastore gay è stato di enorme impatto negli Usa. Come se da voi in Italia il Papa molestasse un ragazzino!”) E aggiunge, citando una battuta di un attore degli anni ’30: ”Il fascismo in America sarà rappresentato da una croce avvolta in una bandiera”. Confessa che Family ha subito l’influenza della politica americana degli ultimi anni (“dove il dimissionario segretario di Stato Rumsfeld, prima di iniziare una riunione con chicchessia, invitava tutti a pregare. Un comportamento da disturbato mentale!”), ma che comunque, a convincerlo a dirigere l’episodio di Masters of horror, è stata la sceneggiatura. Ottima e piena di colpi di scena. Non c’è differenza, dice Landis, a dirigere un telefilm di un’ora o un film di due. Cambia solo il numero delle persone da dirigere. Fa solo tristezza pensare che Landis, il regista di cult come Animal house o Un lupo mannaro americano a Londra, lavori solo per la tv o, peggio, per Internet. Se andate sul sito www.jibjab.com potrere scaricare degli sketches girati proprio da Landis e votare, entro la fine di Novembre, quello che vi piace di più. C’è un monte-premi in palio. Altri progetti non ne ha, se non un documentario su un attore a noi sconosciuto. In bocca al lupo, John.