20 novembre 2006

La classifica del lunedì di Vetriolo

Flags of our fathers CAPOLAVORO ASSOLUTO
Altro che la mielosità di Salvate il soldato Ryan. Clint rovescia come un guanto la retorica patriottica di Spielberg e distrugge il mito della "guerra giusta". Flags of our fathers non è un film sugli atti eroici compiuti nella battaglia di Iwo Jima. E' un film sulla propaganda mediatica, sulla manipolazione, ad uso e consumo dei media e del governo, e sulla strumentalizzazione dei soldati (gli eroi) ad uso e consumo patriottico. Da rivedere in eterno.

The departed CAPOLAVORO ASSOLUTO
Gran film. Erano anni che Martin Scorsese non firmava un’opera così avvincente, così fluida che non ti accorgi neanche che supera le due ore e mezza. Il bello è che non pare Scorsese, tanto la macchina da presa è discreta ed al servizio di un storia degna di una tragedia vittoriana. La musicalità di The departed è scandita dal montaggio, dai dialoghi, dai corpi di un nutrito gruppo di attori che sullo schermo fa scintille. E non parliamo solo dei protagonisti, il poliziotto buono e sfigato, costretto a fare l'infiltrato (Di Caprio), il poliziotto yuppie e corrotto (Matt Damon) e il criminale folle e carismatico (Jack Nicholson). Ci sono un Mark Wahlberg da antologia (le sue battute sboccate sono fulminanti), un Martin Sheen commovente e un Alec Baldwin grasso e unto da urlo.

Children of men SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che sorpresa il film di Alfonso Cuaròn Bugliani. Non tanto per la storia in sè (i bambini non nascono più, ma per un miracolo una donna resta incinta. Chissenefrega!) ma per l'atmosfera apocalittica del futuro prossimo venturo (c'è una Londra che sembra Baghdad) dove al posto dello Stato di diritto c'è uno Stato di polizia e di guerra permanente (l'immigrazione è un crimine e lo Stato è fascistizzato, e qui i punti di contatto con V for vendetta sono evidenti). Ma soprattutto per una regia straordinaria, con dei piani-sequenza folgoranti e impossibili. Peccato per il finale Peace & Love.

Il vento che accarezza l'erba SE PO' FA
Vincitore del festival di Cannes, l'ultimo film di Ken Loach ricalca il suo Terra e libertà. Un Loach quasi irriconoscibile per lo stile (e i soldi che si è potuto permettere in questa produzione) per una storia in cui i buoni e cattivi, nella guerra d'indipendenza irlandese, si confondono. Si può uccidere il tuo compagno, il tuo amico in nome di una guerra giusta? E' lo stesso interrogativo che il miglior cinema del momento ci rivolge. Loach calca la mano e ci fa toccare con mano le torture degne di Abu Ghraib. Tema stimolante e ricattatorio.

L'amico di famiglia SE LO PERDI SEI STUPIDO
Pochi riuscirebbero a mettere in piedi un film completamente incentrato su un protagonista laido e schifoso (un altro l'aveva fatto prima di perdersi, Garrone con L'imbalsamatore). E' raro parlare con tanta grazia, tecnica visionaria e profondità di una piaga sociale come l'usura senza scadere nel cinema sociale o nel filmetto impegnato. Sorrentino fa una grande commedia grottesca, scritta da Dio, con momenti (tanti) di pura bellezza. Poco male se poi il finale è quello che è e va un po' a puttane. Giacomo Rizzo, il lercio usuraio, è grandioso!

Babel SE LO PERDI SEI STUPIDO
Che ansia! Pochi film recenti atterrano lo spettatore come questo abile, cinico, ben fatto Babel. E vuoi che l’angoscia che attanaglia i personaggi di queste tante storie tra loro intrecciate, dagli Usa al Messico, dal Marocco al Giappone, finisca presto.Per chi pensava di ammirare la bellezza di Brad Pitt non entri in sala. Brad è, per esigenze di copione, invecchiato. Ma è bravissimo. Morale vecchia come il cucco:se perdi tutto, quel che ti resta è l’amore (declinato in tutte le sue forme tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra marito e moglie,ecc.). Però questa volta ci credi!

La sconosciuta SE PO' FA'
Un Tornatore che per la prima metà non sembra nemmeno Tornatore. Ed è un pregio. Niente sviolinature, nemmeno stilistiche. Tutta la maestria del buon Peppuccio è al servizio della storia e di una suspense mozzafiato degna di un thrilleraccio di genere (chi è la protagonista.? Perché ha tirato giù dalle scale una povera governante dagli occhi buoni?Di chi vuole vendicarsi o cosa sta cercando? Perché Michele Placido è così disgustoso? ) Peccato che poi, quando la storia tende a dipanarsi, tra un colpo di scena più incredibile dell’altro (non tutti buoni però, l'inverosimile è in agguato. Ma questo fa tanto b-movie, anche se Peppuccio non lo ammetterà mai!) esce fuori lo zucchero e il miele da Mulino Bianco di Tornatore, e ti intristisci un po’ e non te ne frega più niente.

Nessun commento: