Esclusiva Lost
Ho chiacchierato con John Locke
A Montecarlo Pitone l'acidone ha dato il meglio di sè stesso. Lì ha incontrato il misterioso Locke di Lost.
Terry O’quinn non è molto diverso dal personaggio che la reso celebre, John Locke della serie TV Lost. Lo stesso sguardo misterioso, cupo, carismatico e magnetico allo stesso tempo. E anche modesto. Ecco quello che sono riuscito a scoprire dall’uomo più magico di Lost.
Sin dall’episodio pilota John Locke assume un ruolo diverso rispetto a tutti gli altri personaggi: un semplice movimento di macchina sul suo volto prometteva tutto il mistero e la suspence che la serie avrebbe in seguito regalato. E’ davvero lui il personaggio chiave di tutta la storia?
Credo che Locke sia un personaggio chiave perché lo spettatore pensa che lui lo sia. Ma in realtà non so se lui sarà determinante per la risoluzione della storia. Farebbe del suo meglio per trovare una soluzione alla sua storia personale.
Sin dai primi episodi Locke sembra capire qualcosa sull’isola, come se sapesse qualcosa che gli altri non sanno. Qual è il vero legame tra lui e l’isola?
Il legame tra John Locke e l’isola è quello che lui cerca di scoprire. E quello che cerca di scoprire è perché l’isola è così speciale per lui. Man mano che la storia si evolve intuisce la risposta ovvero che forse si tratta dell’esatto opposto: E’ lui che è speciale per l’isola, e non il contrario. E’ convinto che tutti abbiano uno scopo nella vita. Lui vuole semplicemente scoprire qual è il suo. E credo che l’isola sia il posto adatto per questo.
Jack Shepard, essendo medico, è il classico esempio di persona scettica dalle convinzioni profonde nelle spiegazioni logiche, ovvero l’uomo di scienza. John Locke è l’uomo di fede.
Beh, sì è vero, ma non si tratta di fede nella religione, io direi piuttosto che sia fede nella magia. Lui vuole credere in qualcosa. Lui vuole essere un uomo di fede. Accetta l’irrazionale per quello che è e cerca di carpirne il significato piuttosto che dargli una spiegazione logica.
Si è parlato molto dell’annuncio da parte della ABC della chiusura definitiva della serie. Gli stessi creatori della serie hanno commentato la decisione come una “liberazione”. Lo è stata veramente?
Assolutamente! E’ importante dare agli autori l’opportunità di pianificare la chiusura della storia, prima che muoia dissanguata. Prima che vada a scemare malamente. Nessuno ha mai fatto una cosa del genere nel mondo della televisione. E’ la primissima volta. Spero che crei un precedente e che anche altre serie seguano l’esempio. Piuttosto che scrivere, scrivere, scrivere, finchè la serie non diventa ridicola e la gente cominci ad annoiarsi, è meglio far concludere la storia. E’ una gran cosa anche per gli attori e per il pubblico, perché secondo me in questo modo viene garantito un crescendo della storia, anziché finire in stallo allo scopo di trarla per le lunghe. In questo modo la storia è in continua evoluzione.
Ma i creatori della serie, ovvero Damon Lindelof e Carlton Cuse, senza dimenticare il fondamentale apporto di J. J. Abrams, avevano il classico “Masterplan”, ovvero il quadro generale di tutta la storia?
Credo di sì. Avevano il quadro generale della storia sin dall’inizio. Ora ne sono sicuro. Anche perché sarei sciocco a pensarla diversamente, dato che scrivono per me! Ma credo davvero che ce l’avessero.
Come è stato il primo giorno sul set? Se lo ricorda?
E’ stato emozionante! Ero più grasso di una dozzina di chili! (ride) Eravamo sulla spiaggia alle Hawaii, faceva molto caldo e sembrava di essere all’estero. Le isole Hawaii sono sì uno dei cinquanta Stati Uniti, ma non sono come L’ “America”. E’ come un piccolo stato indipendente.
Era un altro mondo, ma bellissimo.
E la prima scena, la ricorda?
Non esattamente, ero sulla spiaggia e… praticamente stavo seduto sulla sabbia.
Ho una personale teoria sul mostro dal fumo nero. Posso esporgliela e mi dice cosa ne pensa?
Sì prego.
Quando il mostro si imbatte in Locke nei primi episodi della prima serie, il mostro lo risparmia. Ma nel finale di stagione, quando lo incontra una seconda volta, cerca di ucciderlo. Il cambio di atteggiamento può essere dovuto all’animo di Locke, che all’inizio era puro, mentre alla fine della stagione era macchiato dalla morte di Boone, ce lo perseguita nei suoi incubi. Potrebbe darsi che il mostro punisca gli animi impuri?
Sì. Potrebbe essere, la tua idea che il mostro reagisca in base all’animo di una persona, che sia puro o no…credo che sia una buona ipotesi. Ho sentito qualcuno che diceva che il mostro si basa in realtà sul modo in cui le persone abbiano vissuto la loro vita passata e come la vivono nel presente.
E’ una buona teoria ma non so se sia giusta oppure no.
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