13 dicembre 2006

La buona informazione 2

Gogna e vergogna
Ieri è stata la giornata della vergogna. Mi riferisco alla strage di Erba, dove un'intera famiglia è stata massacrata. TUTTI i giornali e TUTTI i telegiornali avevano il loro colpevole, anzi due: il primo, il mostro, l’assassino, la belva feroce, era il capofamiglia tunisino, scappato chissà dove; il secondo, che risultava un aggravante e un ulteriore elemento di colpevolezza per l’immigrato, l'indulto: infatti l'uomo ne aveva beneficiato mesi fa, uscendo dal carcere dove era rinchiuso. Questa ricostruzione non se la sono inventata i giornali: è stata diffusa e avvallata dalle autorità giudiziaria e dalle forze dell'ordine. Poi è bastata la dichiarazione del suocero ("mio genero è da giorni a Tunisi") e tutto si è sgonfiato. Al di là del giusto mea colpa di pochi giornali (il Corriere della sera di oggi in prima pagina) ci sarà modo per i nostri mezzi di informazione di riflettere sul loro metodo di lavoro e sui loro riflessi condizionati (dai miti e dagli spauracchi dei quali ci siamo alimentati tutti, sin da bambini. In primis la paura razzista dell'Uomo Nero)? Ci sarà modo di capire che le fonti privilegiate, quali sono nei casi di cronaca nera quelle provenienti dalle forze dell'ordine, non sono infallibili? E che il giornalista - per essere tale - deve lavorare d'investigazione e non appiattirsi di fronte alle dichiarazioni ufficiali?
La seconda riflessione è questa: è possibile che per scoprire che il presunto colpevole era da giorni all'estero fosse necessario l'intervento del suocero? Nella società informatica e nell'epoca del Grande Fratello spione è plausibile che nessuno abbia fatto un controllo semplice semplice, e cioè che questo poveraccio risultava all’estero? In che mani siamo?

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