30 marzo 2007

Lost odio e amore

SCENEGGIATORI DI LOST
Per tutti quelli come noi amano Lost ma odiano le lungaggini escogitate dai diabolici sceneggiatori della serie, ecco una gradevole parodia dei brainstorming fatti dalle menti che ogni settimana partoriscono i nuovi episodi della nostra ex-serie preferita. Enjoy!
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21 marzo 2007

Ultim'ora

Tim Burton Leone d'Oro alla carriera

È il regista statunitense Tim Burton il Leone d'oro alla carriera della 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (29 agosto - 8 settembre 2007). Ancora una volta il premio rende omaggio a uno dei cineasti americani più coraggiosi, visionari e innovativi, capace di emozionare e affascinare i più diversi e ampi gruppi di spettatori, in equilibrio sul crinale che congiunge arte e industria. Il Leone d’oro a Tim Burton è stato proposto dal Direttore della Mostra Marco Müller, ed accolto dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Davide Croff. Nel 2006 il riconoscimento era stato assegnato a David Lynch.

Il premio sarà consegnato al regista mercoledì 5 settembre, nel corso di uno speciale “Tim Burton Day” (con una serie di eventi a sorpresa) alla prossima Mostra di Venezia, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema.

In passato, Tim Burton aveva scelto la Mostra di Venezia per presentare i suoi due capolavori d'animazione, The Nightmare Before Christmas (in prima internazionale alla Mostra 1994) e Corpse Bride (in prima mondiale alla Mostra 2005).

Attraverso 12 lungometraggi in 23 anni, Tim Burton ha dimostrato una sorprendente versatilità senza mai sacrificare l’unità tematica e stilistica del suo lavoro. I film di Burton mutano dall’incanto alla malinconia, spesso all’interno di un’unica immagine, e i suoi paesaggi fantastici sanno mettere insieme orrore gotico e commedia eccentrica. Sebbene lavori dentro e intorno a Hollywood, i suoi film spesso ricadono al di fuori del paradigma contemporaneo del cinema americano. Attraverso i successi al botteghino e i risultati artistici di Batman, Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow, l’eccezionale lavoro di Burton è definito da un’impronta unica e personale, che fa di lui uno degli autentici visionari del cinema contemporaneo. Al momento Burton sta lavorando all’adattamento cinematografico del pluripremiato musical-thriller Sweeney Todd di Stephen Sondheim, una coproduzione fra la Warner Bros. Pictures e la DreamWorks Pictures, con Johnny Depp, Helena Bonham-Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Sacha Baron Cohen e Christopher Lee.

Il direttore della Mostra di Venezia, Marco Müller, ha dichiarato: "Tim Burton è un genio del cinema, il figlio più fantasioso della nuova età dell'arte. Possiede un talento unico nell'impregnare di profondità emotiva le storie che racconta. Sa costruire paesaggi onirici di altissima visionarietà (che fanno appello all'eterno fanciullo che è in noi) senza mai perdere nè integrità estetica, nè - tanto meno - la sua naturale vicinanza a personaggi fuori norma. Più insolentemente pop della maggior parte dei nuovi registi di oggi, e meno desideroso di approvazione della maggior parte dei vecchi maestri, non c'è regista americano di successo che possegga un senso del cinema più spietato ed estremo del suo."

19 marzo 2007

Good news


MASTROGIACOMO E' LIBERO!

A poche ore dalla pubblicazione su BlogVetriolo dell'appello per liberare il giornalista di Repubblica, i Talebani hanno consegnato nelle mani di Emergency Daniele Mastrogiacomo. Un altro grande successo di BlogVetriolo!


12 marzo 2007

Lynch folies

Una mostra da Lynciaggio!
Il Manifesto stronca la Mostra parigina di David Lynch. Ecco il pezzo uscito sabato, a firma di Ivo Bonaccorsi.

Una mostra gardaland per il genio di Lynch«The air is on fire», alla Fondation Cartier fino al 27, è più una fieretta che un'occasione per immergersi negli universi pop e surrealisti del regista.
Se identifichiamo con l'aggettivo «lynchiano» la sintesi di universi pop e surrealisti, dovremmo probabilmente evitare la mega-mostra David Lynch apertasi la settimana scorsa alla Fondation Cartier a Parigi e visibile fino al 27 maggio. Finite le follie del vernissage con risse mondane, più isteriche che violente - divampate nelle code d'attesa che assomigliavano a piccoli trailers di un suo film in progress - sedate dal regista in persona, rivelatosi esperto addomesticatore di nevrotici, la mostra altro non è che un set abbandonato e accessibile ai fans (che sono tanti!). Tutti desiderosi di scoprire quanto sia influente, sul difficile terreno della odierna fashionable-art, la ricerca di un maestro del cinema del nostro tempo. Sperduto in un'architettura di lusso, l'uomo delle geografie emotive di Twin Peaks prodiga, come a un salon d'altri tempi, il suo savoir-faire, quasi fosse un qualunque altro artista di Missoula, Montana, impegnato in una retrospettiva di mezza età. Nel momento in cui scompare dalle sale cinematografiche della città il suo capolavoro Inland Empire, che con una sola proiezione in loop a questa mostra avrebbe soddisfatto l'occhio lubrico dei compulsivi frequentatori del contemporaneo, eccoci di fronte a una mise en scénè degna di una fieretta d'arte polacca, con un involontario controcampo del Sunset Boulevard, non del Bhv duchampiano, affollato di veri artisti-star abituati al decollo di jet privati supercollectors che acquistano al telefono. Probabilmente mal consigliato dal curatore, già responsabile della favola di J. Paul Gautier in versione piccola fornaia che diventa couturier, il maestro Lynch deve piegarsi a un production-designer che gli addebita la concezione dell'intera mostra con tanto di grotta salotto da parco dei divertimenti e non lo informa che fuori dal suo studio, per tanti artisti e pubblico pagante, lui è «David Lynch». Si preferisce invece crocifiggerlo tra due colossi della taglia di Bacon e Kiefer proponendo tende e velluti, per definire la monumentalità di opere da cavalletto che interagiscono con lo spazio in modo ridicolo. Se un grande del cinema come Bertolucci citò Bacon in Ultimo tango a Parigi con grande sapienza e lo fece nei generiques con rispetto e grazia, piacerebbe non vedere spacciati disegni su post-it, frontespizi di sceneggiature, scatole di fiammiferi... come miniere a cui attingere per costruire un display demenziale per delle visioni indimenticabili. Vorremmo che il fuoco camminasse con noi tra queste strutture tubolari, questo grigio insulso dei fondali e i pulsantini - suoni da mostra interattiva che evocano una Gardaland, poco lynchiana, con sound track stupidino e per niente Mulholland Drive. Superato a fatica questo livello di repulsione cominceremo forse a vedere le opere. Distorted Nude è la serie più recente(2004), un esercizio di numerique e assemblage risolto con spazi che citano Kitaj e nella migliore delle ipotesi la relazione feticistica di un sacerdote Fang con lo sputo, il sangue e la materia magica che incorporerà nel feticcio. Al piano inferiore David Lynch ricorda che è il grande inventore dei sequels improbabili e della permeabilità da piccolo schermo a sala cinematografica e finalmente ci regala una vera sala, un teatro con un pavimento di lampadine e uno schermo con tende pesanti, in cui proietta i suoi primi cortometraggi: una boccata di ossigeno. Ma dove sono Lula, Laura Palmer, Donna e tutta la corte di personaggi di veglia - appariranno e scompariranno nei termosifoni? Vorremmo far scivolare gli occhi sulle mensole con inquietanti ritrattini di famiglia, sobbalzare forse per i guasti di corrente alternata, aver troppo caldo o troppo freddo, avvertire il più piccolo rumore, percepire insomma i contrasti e gli slittamenti di senso che fanno gemere conigli-feto e apparire donne dalle guance rosate dall'acne. Purtroppo continuiamo a aggirarci tra slavati medi formati alla Schnabel e verrebbe voglia di presentargli Enzo Cucchi (ma forse lo conosce già!) per spiegargli che la vittoria dell'immagine si gioca su supporti fisici, che la matericità non giova al suo lavoro, che il solo viaggio del vecchio personaggio sul tagliaerba per rivedere il fratello è a tutti gli effetti una strepitosa opera di land-art. Spieghiamo non a Lynch, che già lo sa, bensì agli organizzatori di questi baracconi, con book-shop che vendono gadgets, che Una storia vera è commovente come una passeggiata di Francis Alÿs e in più è popolare e ci rifarà piangere. Sapendo che oggi tecnica mista su carta, fotografia colore o film 16mm. pari sono, dal punto di vista del mercato, se non da quello della significazione... evitiamo così a Lynch questa imbarazzante intrusione nel suo universo privato a meno che non ce lo chieda elegantemente, come hanno fatto prima di lui Kiarostami o Paradjanov. Oppure lasciamolo alle sue collaborazioni con il celebre design di calzature Laboutin pronte per le vetrine dei negozi perché sculture... non sono, anche se somigliano a Franz West o Twombly. Ricordandoci che qualche artista furbetto espose la sagoma del cartello Twin Peaks «tel quel» in galleria non più di qualche anno fa, ma nessuno ancora il neon-insegna Silencio del teatrino di Mulholland drive... sussuriamocelo piano come un altro plot all'orecchio sordo di Blue Velvet. Non più ricatti come questo... Silencio... l'unico bel gesto da fare per incendiare l'aria alla Fondation Cartier poiché Lynch può davvero permetterselo.

05 marzo 2007

Lost 3 svelato

Lost 8 Flashes Before Your Eyes
Con ritardo imperdonable PitONE l'acidono recensisce la puntata 8 di Lost 3° serie

Ed ecco una puntata chiave. L’ottavo episodio della terza serie ha lasciato tutti di stucco. Il personaggio a cui sono dedicati i flashback questa volta è Desmond. Hurley e Charlie hanno capito che il naufrago scozzese ha assunto un particolare potere dopo l’esplosione della botola: vedere il futuro. Così i due lo fanno ubriacare per farsi dire cosa gli è successo quando ha girato quella benedetta chiave. Ed ecco la risposta: Desmond si ritrova nella sua vecchia vita, pur ricordando tutto dell’isola. In pratica si ritrova a poter rivivere la sua vita, facendo tesoro dei suoi ricordi passati. Ed è così che riesce a vedere il futuro: ricordandosi di quello che è già successo.
Ma una donna anziana, che lo conosce, gli fa capire che non si può cambiare il futuro, e il proprio destino: comunque lascerà Penny, naufragherà sull’isola e premerà il pulsante per ogni 180 minuti per anni.
Un colpo alla testa lo fa tornare sull’isola, tutto nudo, subito dopo lo scoppio della botola. E’ stato un sogno? La foto che si è fatto con Penny poco prima del suo “ritorno” sull’isola prova di no. Ma dov’è stato Desmond? In un'altra dimensione? In un’altra realtà? Oppure ha fatto un viaggio nel tempo, come lui stesso si domanda mentre si confida con un amico. In questo episodio Lost si sposta decisamente su un piano diverso, più trascendentale e surreale, con logiche che sfiorano il paranormale e la fantascienza. Un po’ Matrix, un po’ ritorno al futuro, un po’ Dylan Dog. In questa puntata c’è un po’ di tutto. E non è detto che non sia qui la chiave per capire il bandolo di tutta la matassa. Intanto offre molti spunti a nuovi quesiti, eccone uno su tutti: dall’episodio si capisce inequivocabilmente che la capacità di Desmond di vedere il futuro non sia un potere preveggente, ma semplicemente una conseguenza di una vita (o realtà) già vissuta. Dato che lui mantiene questa capacità anche sull’isola, ne deduciamo che lui sa già come andrà a finire tutta la storia. Beato Lui!

COLPO DI SCENA:

Charlie è destinato a morire presto. Glielo rivela lo stesso Desmond.Lui non ci crede e giura che non lascerà mai Penny, ma quando si farà fare una foto con lei e non potrà pagarla, capirà che non può sfuggire

01 marzo 2007

Ex-giornalisti

Betulla straccia la tessera e cerca un nuovo lavoro.

Renato Farina, ex vicedirettore di Libero, si e' dimesso dall'Ordine dei Giornalisti. Farina ha consegnato la lettera di rinuncia di iscrizione all'albo e la tessera nelle mani del presidente dell'Ordine della Lombardia, Franco Abruzzo. Nel settembre 2006 il giornalista era stato sospeso per un anno per i suoi rapporti con il Sismi, nell'ambito dell'indagine sul rapimento dell'ex imam di Milano Abu Omar. Renato Farina, che in codice era chiamato "Agente Betulla" aveva chiesto e ottenuto il patteggiamento della pena, ed era stato condannato a sei mesi di reclusione, commutati in una multa di 6.800 €uro. La Procura della Repubblica di Milano ritenne che Farina, in veste di informatore di alcuni membri del servizio segreto militare italiano, sfruttando il suo ruolo di giornalista e dietro un compenso di 30.000 euro, aggiornò gli 007 sugli sviluppi dell'indagine dei magistrati relativa al prelevamento forzato di Abu Omar. Nei mesi scorsi L'Ordine dei Giornalisti della Lombardia aveva comminato a Farina la sanzione della sospensione dall'attività lavorativa per un anno, provocando le vivaci reazioni di molti giornalisti e di esponenti del sindacato, che ritenevano la decisione assolutamente inadeguata alla condotta deontologicamente grave di Farina. Oggi è arrivata la decisione di Farina: stracciare la tessera dell'Ordine. In passato avevamo fatto un sondaggio: giusto sospendere Farina o espellerlo dall'Albo. Oggi ne lanciamo un altro: quale nuovo lavoro troverà il martire Renato?

Forum italiano Lynch e INLAND EMPIRE

E' nato il primo forum italico su David Lynch e INLAND EMPIRE. Aperto a tutti i fans di Lynch e a chi vuole fornire la sua interpretazionedel film. E' indispensabile registrarsi al sito Skylife: